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TEMPI DI PAGAMENTO, PMI ASCOLTATE DAL GOVERNO… DEGLI STATI UNITI


Flavio Lorenzin chiede all’Italia di prendere esempio e imporre limiti dai 30 ai 60 giorni

Dagli Stati Uniti arriva un importante cambio di marcia per accelerare l’uscita dalla crisi economica: si tratta dell’iniziativa della Casa Bianca, fortemente voluta e sostenuta dal Presidente Statunitense Barack Obama ,denominata “SupplierPay”, attraverso la quale 26 grandi aziende si impegnano a pagare i fornitori in tempi rapidi e certi. A beneficiare di questo accordo saranno soprattutto le piccole e medie imprese, che potranno contare su riscossioni entro due settimane da ogni fornitura resa a multinazionali come Apple, Coca Cola, AT&T, Cvs, Ericsson, FedEx e Ibm, alcune tra le più importanti realtà che hanno sottoscritto l’impegno.
L’idea di base è di accelerare lo spostamento di una grande quantità di denaro nelle casse delle attività produttive di dimensioni ridotte per consentire loro di investire subito in posti di lavoro, attrezzature e nell’espansione dell’azienda, senza dover soffrire la morosità di clienti ben più solidi, che possono permettersi fuoriuscite immediate di liquidità.
Un’idea che già da diversi anni è stata più volte sostenuta da Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Confimi Vicenza, ma che in Italia ancora non ha trovato risposte adeguate. «Quando nel nostro paese si dibatteva in merito allo sblocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione – afferma il rappresentante delle Pmi – noi eravamo tra i pochi, se non gli unici, a chiedere di estendere ogni possibile intervento anche ai pagamenti tra privati, che prevalgono in larga misura sui debiti dello Stato e tengono a freno gran parte del mondo produttivo. Ora dagli Stati Uniti ci arriva la notizia di questa iniziativa dalla quale dobbiamo almeno prendere esempio, non potendo più averne paternità».
Apindustria Vicenza chiede allora al governo interventi legislativi per disciplinare i tempi di pagamento tra aziende, con un limite che vada dai 30 ai 60 giorni come già previsto da una direttiva dell’Unione Europea: una misura che consentirebbe soprattutto alle realtà più virtuose di reinvestire in misure di crescita, dare nuova occupazione e contribuire ad una difficile rincorsa verso la ripresa economica.

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