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Ancora troppi ritardi per un territorio all'avanguardia

Il commento di Roberto Callegari, presidente del mandamento Ovest Vicentino

Con Roberto Callegari, presidente del Mandamento Ovest Vicentino di Apindustria Confimi Vicenza, entriamo subito nell’attualità: la riapertura del cavalcaferrovia di Via battaglia, inizialmente promessa per gennaio, poi slittata a marzo, quindi in aprile e ora al 10 giugno. Con la speranza che questa sia la data definitiva e non semplicemente un’ulteriore tappa in una piccola-grande odissea: «Un ritardo del genere, ben sei mesi, è intollerabile per i cittadini e per le imprese. Sicuramente non è qualcosa che sarebbe consentito nel settore privato, dove comunque le aziende devono confrontarsi ogni giorno con la carenza di materie prime che è stata prodotta come tentativo di giustificazione. Va sottolineato ancora una volta che questo ritardo pesa doppiamente alla luce anche del contesto: ormai tutto il territorio dell’Ovest Vicentino è un cantiere aperto, non dimentichiamo quello della Pedemontana. Anche per quest’opera sono stati dati dei tempi sui quali è lecito avere qualche dubbio: alla recente inaugurazione del raccordo con l’A27 è stato garantito il completamento del collegamento con l’A4 entro l’estate, ma ci sembra un obiettivo irrealistico. E anche riuscendoci, ci sarà comunque il cantiere della Tav, che avrà un impatto fortissimo non solo per gli espropri delle case, ma anche per i vari collegamenti che saranno interrotti durante i lavori. Superato un disagio ne avremo subito un altro. L’insieme dei cantieri sta creando e continuerà a creare disagi enormi sia alla popolazione sia alle imprese, con tempi e dunque costi per lo spostamento delle merci ben superiori al normale. In questo contesto di grande disagio va riconosciuto l’impegno delle Amministrazioni Comunali: tutti i sindaci del nostro territorio si stanno dando da fare per mitigare le difficoltà, ma non c’è molto margine di manovra».

In futuro però…

«Certo, una volta concluse tutte queste opere avremo finalmente una facilità di collegamento per le merci e le persone fino a oggi impensabile, per questo motivo nonostante tutti i problemi del presente e quelli che ci attendono dobbiamo guardare al futuro con grande ottimismo. Del resto, queste grandi opere sono indispensabili per garantire la crescita del nostro territorio e del Paese nel suo insieme: le infrastrutture sono un bene, ma come abbiamo sempre detto proprio perché creano inevitabilmente dei disagi durante la cantierizzazione è importante rispettare rigorosamente le tempistiche».

Viabilità fa rima con sostenibilità, a maggior ragione in un territorio che è stato un pioniere nell’affrontare il tema con una progettualità condivisa e di ampio respiro.

«Sicuramente migliori infrastrutture rappresentano un vantaggio anche in termini di riduzione dell’impatto ambientale, grazie alla conseguente riduzione del traffico e dunque delle emissioni. La sostenibilità è un tema molto in voga, ma nel nostro territorio è un valore che non scopriamo certo oggi, perché da sempre siamo attenti alla sicurezza dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente e cerchiamo il meglio per i nostri dipendenti, le loro famiglie e in generale per la comunità in cui siamo inseriti. Tutte le attività con un impatto ambientale potenzialmente rilevante oggi devono sottoporsi a rigorosi controlli periodici, ma spesso c’è la volontà di andare oltre il rispetto delle normative: negli ultimi anni le imprese hanno investito molto su questo fronte».

L’Ovest Vicentino è stato anche tra i pionieri nell’integrazione dei lavoratori stranieri, altro tema oggi di grande attualità.

«Sicuramente per moltissime aziende del nostro territorio la manodopera straniera è fondamentale e non scopriamo certamente oggi la sua importanza. Per questo motivo la storia delle nostre aziende è anche una storia di integrazione culturale e sociale, un percorso che abbiamo affrontato sia a livello delle singole imprese sia come comunità, possiamo dire con ottimi risultati. Sicuramente questo percorso di integrazione è stato agevolato dalla grande “fame” di lavoratori e dal proverbiale dinamismo delle nostre imprese, che hanno trasformato anche le crisi cicliche in momenti di svolta per cambiare mentalità, rinnovarsi e riprendere poi a crescere con uno slancio ancora maggiore. Dove c’è lavoro e voglia di lavorare l’integrazione è sicuramente più facile, e oggi c’è un grande bisogno di lavoratori, soprattutto in molti ruoli che, sebbene offrano buone condizioni economiche e prospettive di crescita professionale importanti, tendono a essere snobbati dalle nuove generazioni. Su questo pesa spesso uno stigma posto dalle famiglie, che orientano verso altri percorsi i propri figli, spesso giudicando una presunta realtà che, nei fatti, non conoscono. Ecco perché come Associazione siamo particolarmente impegnati nell’orientamento scolastico, oltre che a collaborare in generale con il mondo della scuola».

Altri ambiti di impegno come Mandamento?

«Sicuramente abbiamo in programma di organizzare nel corso del 2023 un evento importante, anche considerando il grande riscontro ottenuto con l’Assemblea dello scorso ottobre che ha visto 400 partecipanti. Inoltre siamo impegnati su tutti i principali tavoli territoriali, dove voglio sottolineare che vi è una grande collaborazione e unità con tutte le altre Associazioni di Categoria. Tutto questo senza dimenticare naturalmente l’attività quotidiana di assistenza alle imprese».

Cosa ci aspetta per i prossimi mesi?

«Lo scenario internazionale rimane complesso e questo si ripercuote anche sulle nostre imprese. Da una parte continua a esserci lavoro e dunque dobbiamo essere ottimisti, ma inizia a pesare il costo dell’accesso al credito, che frena gli investimenti, mette in difficoltà le aziende che stanno pagando investimenti già avviati e rallenta i consumi, soprattutto in alcune filiere. Inoltre inizia a esserci anche un tema di serenità dei lavoratori, che ormai faticano a coprire tutte le spese: molte aziende hanno innalzato i salari, ma oltre un certo limite non è sostenibile. Questa doppia stretta, sul credito e sul potere di acquisto, rappresenta oggi un grave rischio economico».

Mandamento Ovest Vicentino

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