Payback Dispositivi Medici: bene slittare scadenze al 30 aprile, ma il meccanismo va abolito non solo posticipato

Ci auguriamo sia un tempo congruo per valutare il da farsi e che non sia solo lo spostare in avanti una norma a impatto mortale per le PMI del settore perché di certo, come abbiamo già avuto modo di dire, non può ricadere sulle imprese l'errore di bilancio delle Regioni" così Massimo Pulin presidente di Confimi Industria Sanità commentando la nota stampa a margine del Consiglio dei Ministri.

Di certo il problema non si risolverà da sé ma le indiscrezioni sembrano andare nella direzione indicata e richiesta anche da Confimi Sanità "Abbiamo fatto diversi incontri istituzionali in questi mesi per chiedere che il meccanismo fosse del tutto abbandonato perché perverso, iniquo e a detta dei legali incostituzionale. Ad aprile si avranno nuovi dati del Bilancio statale e l'augurio è che si faccia il possibile per recuperare i 2,2 miliardi di spesa pubblica oggi chiesti alle imprese del comparto sanità come fossero un bancomat" ribadisce Pulin.

Un cambio di passo nelle intenzioni di Governo invece sembra inoltre riguardare il tetto di spesa sanitaria dedicato ai dispositivi medici che Confimi Sanità ha apprezzato "Incrementare la spesa per i dispositivi medici al 5.2% è un segnale di attenzione alla salute pubblica, dimostra che si sta guardando in faccia la realtà, ora però salvaguardiamo il comparto produttivo o diremo comunque addio non solo a garze o siringhe ma anche a tac, risonanze e ausili salvavita".

La rassegna stampa degli interventi di Confimi Industria Sanità sul tema #payback è disponibile qui: https://www.confimisanita.it/stampa/rassegna-stampa

Categoria Sanità