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LA “MANOVRA D’ESTATE” DEL GOVERNO: “UN’OPERAZIONE DI FACCIATA! POCHI INCENTIVI E NUOVE PENALIZZAZIONI PER LE PMI

Comunicato stampa, 8 luglio 2009

 

Secondo il Presidente De Marchi, le disposizioni del Governo non sostengono le imprese, sono migliorabili, ma ci vuole più coraggio e meno ipocrisia normativa.

 

Ad una settimana dal provvedimento del Governo per contrastare la crisi economica, interviene Filippo De Marchi, Presidente di Apindustria Vicenza. «Quella recentemente adottata dal Governo, afferma De Marchi, non è, assolutamente, una manovra anticrisi. La misura di detassazione degli utili reinvestiti in macchinari sarà, infatti, destinata a rimanere poco utilizzata, a prescindere dal suo contenuto finale migliorativo, in quanto nessun imprenditore, in un periodo di crisi, può essere intenzionato ad investire in macchinari. Una "vera" detassazione, anche marginale, di tutti gli utili, agevolerebbe maggiormente chi fa impresa, soprattutto se abbinata a premi per ulteriori operazioni, ad esempio, a fronte della ricapitalizzazione d'impresa da parte della proprietà».

 

 «La stretta sui crediti IVA, prosegue il Presidente, peggiorerà la posizione finanziaria ed aumenterà i costi delle imprese che dovranno ulteriormente indebitarsi pur potendo vantare dei crediti».

«Tutto ciò ha dell'incredibile!» - afferma costernato De Marchi, che sottolinea: «Bisognerebbe invece attuare lo Statuto del contribuente (emanato ben 8 anni fa) e concretizzare la disposizione che prevede l'estensione della compensazione anche ai tributi per i quali attualmente non è prevista (ad esempio F23 e cartelle esattoriali)».

«Profonda delusione, prosegue il Presidente contrariato, per il mancato supporto alla ricerca e innovazione e per gli esiti del famigerato "Click Day" provocato dalla stretta introdotta retroattivamente dal primo decreto anticrisi». «E' quindi indispensabile, ritiene De Marchi, che siano stanziati nuovi fondi per finanziare il credito d'imposta, almeno per le spese già sostenute del 2008 sulla base della Legge 296/2006. Siamo preoccupati per la mancanza di misure per favorire l'internazionalizzazione, la ricerca e lo sviluppo, le riorganizzazioni aziendali e di filiera e mancano assolutamente semplificazioni e sburocratizzazioni. Ci rammarica particolarmente constatare l'incoerenza di questo Governo, che dichiara la funzione vitale delle PMI, senza poi provvedere con misure a sostegno della loro crescita».

 

Chiara la posizione del Presidente a proposito del credito: «Le imprese e le loro Associazioni sono state lasciate da sole! Anche su questo tema contano solo i fatti e, al di là delle dichiarazioni delle parti, imprese e banche, contano su tutti, i dati della Banca d'Italia, che ha segnalato anche per il 2° trimestre 2009 un significativo calo degli impieghi, soprattutto per le PMI e le famiglie».

Così conclude il Presidente De Marchi: «Sono pochi ma significativi, gli interventi che chiediamo a questo Governo. Una veloce sospensione degli Studi di Settore abbinata ad una vera applicazione dello Statuto del Contribuente. Un ritorno alla precedente regolamentazione sulle compensazioni d'IVA. L'immediata erogazione dei fondi, più volte sbandierati e mai erogati, al settore credito per le imprese. Ricordiamo, a proposito, lo stallo nell'utilizzo del Fondo Unico presso il Ministero che è per il 70% a favore delle banche e al 30% a favore delle sole controgaranzie dei Confidi. Questi denari devono invece essere erogati per l'incremento patrimoniale degli stessi Confidi magari chiedendo che tali importi aumentino la percentuale di garanzia nei confronti delle banche. Infine, un allentamento delle norme di Basilea2, affinché i limiti delle regolamentazioni attuali, non diano alibi di nessun tipo alle banche che oggi preferiscono, ed hanno strada più semplice ed in parte obbligata, ridurre gli impieghi che patrimonializzarsi».

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