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DIMISSIONI TELEMATICHE, LE PMI BOCCIANO LA NORMA.


Il rappresentante delle Pmi ricorda anzitutto l'autoesclusione dello Stato e di tutta la pubblica amministrazione dalla platea dei datori di lavoro soggetti alla nuova disciplina, motivata dall'assenza negli enti pubblici delle dimissioni in bianco. Per Lorenzin è uno strano criterio interpretativo: «Come dire che, siccome da me non risulta presente la pratica dell’evasione fiscale, non mi sento soggetto all’obbligo di tenere le scritture contabili. Ricorda molto il metodo seguito a suo tempo per le collaborazioni coordinate e continuative: nel privato ci voleva un progetto, nel pubblico e in un certo privato “tutelato” invece no, perché lì i collaboratori erano da ritenere veri lavoratori autonomi. Migliaia e migliaia di precari da regolarizzare hanno poi clamorosamente smentito quell’impostazione».
Sempre secondo il testo della norma, qualora le dimissioni siano rassegnate in modalità diverse, il datore di lavoro “dovrebbe invitare” il lavoratore a compilare il modulo. E se non lo fa o, com’è più probabile, se il lavoratore non si preoccupa nemmeno di rispondere?
Come se non bastasse, la norma non prevede nemmeno alcun rimedio contro i cosiddetti “furbetti” delle dimissioni, cioè quei soggetti che vogliono andarsene dall’azienda, lucrando però l’indennità di disoccupazione, e che per questo si limitano a rendersi irreperibili, provocando normalmente un licenziamento disciplinare, che all’azienda costa quantomeno il “ticket Naspi” (fino a circa 1.500 euro) e all’Inps 24 mesi di immeritata indennità.
«Faremo di tutto per scoraggiare questi comportamenti - assicura Lorenzin – consigliando alle imprese di non licenziare il lavoratore e di non instaurare alcuna procedura disciplinare nei suoi confronti, ma di invitarlo a riprendere il lavoro, avvisandolo che nel frattempo l’azienda lo considererà “assente ingiustificato”, senza retribuzione diretta. La procedura disciplinare sarà comunque esperibile all’eventuale rientro. Non è un rimedio a costo zero per l’impresa, perché c’è la maturazione del Tfr e un minimale contributivo da rispettare, ma prima di arrivare al punto di pareggio con il ticket Naspi, ce ne vuole. E, nel frattempo, il furbetto resterà senza indennità Inps e senza stipendio. Prima di prendere qualsiasi decisione, le imprese associate potranno comunque rivolgersi al nostro ufficio sindacale, in modo da affrontare al meglio ogni situazione».

Vicenza, 8 marzo 2016
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contatto:
Apindustria Confimi Vicenza
tel. 0444.232230 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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