IL 2017 SORRIDE ALLE IMPRESE MANIFATTURIERE


Ma un impulso determinante è arrivato anche dal coraggio di investire in crescita e innovazione con un grande piano per l’impresa chiamato Industria 4.0, come spiega il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin: «La cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” è partita con il piede giusto – sostiene – portando a miglioramenti concreti e tangibili nelle performance aziendali, nei processi produttivi, nell’efficienza e nella produttività. Tutto questo si è tradotto con una crescita degli ordinativi, soprattutto per le aziende che si occupano della costruzione di macchinari, e con i primi segnali di una vera ripartenza anche del mercato interno, che fa seguito al boom delle esportazioni. Determinanti sono state anche le misure di proroga del super ammortamento del 140% e dell’iper ammortamento al 250% per sostenere gli investimenti in nuovi beni strumentali, così come il credito d’imposta. Bene anche il credito d'imposta per le spese di formazione nell'ambito di Industria 4.0 e il rifinanziamento della misura Sabatini per agevolare l’accesso al credito sugli stessi beni strumentali: tutte misure di stimolo alla crescita che devono essere rinnovate per far proseguire lo slancio già ben avviato per tutto il mondo produttivo». Le imprese guardano quindi con fiducia alle prospettive del nuovo anno, anche se non mancano gli elementi di preoccupazione, in particolare su tematiche che proprio Flavio Lorenzin sta toccando con mano in qualità di Vicepresidente nazionale di Confimi Industria con delega alla Semplificazione e al Fisco. «Se negli ultimi anni il Governo ha dato ascolto alle nostre richieste sul sostegno alla crescita – continua il Presidente – non si può dire che altrettanto sia stato fatto in materia di burocrazia. Nuovi adempimenti insieme a semplificazioni imposte nei metodi e nei tempi, anche con l’ultima manovra economica, continuano a penalizzare il nostro lavoro quotidiano e a toglierci liquidità. Nessun passo avanti è stato compiuto nemmeno per intervenire sui tempi e la certezza dei pagamenti, oltre che per garantire la riscossione dei crediti insoluti. Mentre in materia fiscale le misure sono ancora troppo deboli: come già ricordato nel recente dibattito sul Ddl Bilancio 2018, un intervento maggiore sulle politiche fiscali del lavoro, specie sul cuneo fiscale e contributivo, e sulla riduzione del costo energetico, sarebbero necessari e vitali per il nostro comparto, al fine di rendere strutturale la ripresa. Così come sarebbe necessario lo stralcio della riduzione dell'aliquota di detrazione al 50%, con la conferma dell'attuale aliquota del 65% per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica negli edifici ecobonus». Un’altra difficoltà riguarda il rapporto con le banche per l’accesso al credito: «Oltre alle aziende che si sono indebitate per le note vicende delle banche popolari – sottolinea Lorenzin – dobbiamo certificare una sostanziale difficoltà di molte realtà produttive di medie e piccole dimensioni, non ben strutturate, a ottenere l’accesso ai finanziamenti necessari per investire nella loro crescita. Abbiamo sempre affiancato e sostenuto i nostri associati su questo fronte, ma nel complesso dobbiamo riscontrare ancora notevoli difficoltà per ottenere, anche attraverso metodi alternativi rispetto ai tradizionali affidamenti bancari, quelle risorse necessarie che spesso sono state private per colpa di uno Stato ancora inefficiente nel garantire la riscossione dei pagamenti e una maggiore liquidità». Ma le imprese non mollano, e continuano impazienti a lavorare per abbattere ogni ostacolo.

IMPRESA AL CENTRO PER TRASCINARE L’ECONOMIA
Nonostante la ripresa e alcuni buoni segnali arrivati dal Governo negli ultimi anni, tra le imprese non manca una certa preoccupazione. Restano infatti presenti e sempre emergenti alcune problematiche che rappresentano un ostacolo nel definitivo salto di qualità: a partire dal carico di burocrazia e adempimenti, la mancata certezza dei pagamenti e un certo isolamento vissuto dalle imprese poco strutturate dal punto di vista finanziario per l’accesso al credito. Tutte queste criticità sono riconducibili allo stesso obiettivo: portare nuova liquidità nelle casse delle aziende sopravvissute alla recessione per dare una boccata d’ossigeno necessaria ai loro processi di sviluppo. «Non è il momento di rilassarsi e cedere il passo – insiste il Presidente Flavio Lorenzin – dato che la rincorsa verso la ripresa vede l’Italia ancora agli ultimi posti in Europa. Serve allora intervenire anche sulle criticità che riguardano da vicino il mondo produttivo, prendendo coscienza una volta per tutte che l'economia italiana si regge su un tessuto imprenditoriale, per lo più manifatturiero, composto da 4,3 milioni di Pmi da 1 a 249 dipendenti che danno lavoro a 16,5 milioni di persone e che producono il 73,8% del PIL: ancora oggi non esistono altri modelli vincenti».

E SE LO STATO NON RINNOVA GLI AIUTI?
Quanto accaduto con il distretto del fotovoltaico potrebbe ripetersi, di riflesso, per l’intera economia. Incentivi e misure di sostegno favoriscono il boom, con una forte crescita del mercato e quindi dell’occupazione. Ma una volta eliminati gli aiuti statali la situazione precipita, e si torna ad una situazione di stallo. Apindustria Confimi Vicenza lancia un appello per continuare a seguire la strada dello sviluppo. I risultati di Industria 4.0, super o iper ammortamenti e altri incentivi, quindi, rischiano di vanificarsi se queste misure non venissero rinnovate: per questo l’Associazione chiede garanzie nel segno della continuità sul fronte del sostegno alla ripresa.

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