ELEZIONI, BASTA RINCORSA ALLE PROMESSE

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3Z8A0293 SmallIl 2018 è iniziato col piede giusto per imprese manifatturiere. Nel mondo produttivo si respira un clima di fiducia e rinnovato ottimismo, dopo un anno ricco di soddisfazioni, che ha visto la crescita economica consolidarsi sia sul piano globale che nel mercato interno. La conferma arriva dal Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin: «Non possiamo né vogliamo dimenticare le situazioni di difficoltà in essere, causate soprattutto dalla crisi delle popolari e dalle criticità nel rapporto con gli istituti di credito – precisa – ma nella maggior parte dei casi possiamo confermare che stiamo vivendo un momento molto positivo, e che siamo convinti nella possibilità di toglierci belle soddisfazioni anche per l'anno appena cominciato, sulla scia di una situazione economica generale che può farci tirare un sospiro di sollievo».  Se l'economia e gli affari sorridono, una preoccupazione arriva tuttavia dal mondo politico in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento in programma il 4 marzo.

Spiega Lorenzin: «Da imprenditori stiamo assistendo ad una campagna elettorale che ci lascia perplessi e confusi, come sembra essere l'elettorato in generale. Sentiamo ogni giorno tante promesse, mai supportate da indicazioni sulle coperture sulla sostenibilità finanziaria. Mancano invece programmi e misure concrete: noi imprenditori è su questo che intendiamo ragionare. Vogliamo conoscere la visione del futuro da parte di chi si candida a guidare il Paese, e le misure sulle quali ciascuno è pronto a scommettere per dare sostegno alla ripresa economica ora che il “paracadute” europeo del QE sta per chiudersi». Il monito che Apindustria Confimi Vicenza rivolge a tutti i contendenti in campo è di non vanificare un importante lavoro che è stato fatto negli ultimi anni: «Senza entrare nel merito delle posizioni politiche – continua il Presidente – chiediamo a tutti di non rinnegare misure importanti che di recente hanno sostenuto la crescita dell'economia, dopo anni di immobilismo e stagnazione. Ci riferiamo a progetti di ampio respiro orientati alla crescita e all'innovazione come Industria 4.0, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti perché ha stimolato gli investimenti e portato a miglioramenti concreti e tangibili nelle performance aziendali, nei processi produttivi, nell’efficienza e nella produttività. Importanti sono stati anche singoli provvedimenti che come la Legge Sabatini e il super ammortamento al 140% per il sostegno degli investimenti in nuovi beni strumentali, che hanno restituito ossigeno al nostro lavoro e per questo devono essere ancora sostenuti e prorogati: non vorremmo invece che le tante promesse di questi giorni, per trovare copertura e sostenibilità finanziaria, mettano a rischio misure concrete che già hanno dimostrato di funzionare per il sostegno all'economia. Una nota di merito la vogliamo rendere anche rispetto al Jobs Act, nonostante sia un provvedimento oggetto di forti discussioni e intenti di abolizione: per le nostre attività produttive questa riforma del lavoro ha fornito un contributo importante per dare posti di lavoro e far crescere l'economia. Insieme ad altre misure come gli 80 euro in busta paga, il Jobs Act ha favorito una ripresa dei consumi interni, e a nostro parere è necessario che si continui su questa strada affinché le riforme diventino strutturali». Flavio Lorenzin si augura infine che elezioni riescano a consegnare un Governo in grado di lavorare stabilmente, con il quale le categorie economiche possano iniziare a confrontarsi da subito: «Il nostro timore è che si ripeta una situazione di incertezza e sospensione, come accaduto in Germania, dove sta per nascere un Governo a distanza di ben cinque mesi dalle elezioni. Ma se quel Paese può anche permettersi un confronto così prolungato, per la solidità della propria economia e per il pragmatismo con cui si è raggiunta una soluzione, in Italia una simile situazione sarebbe devastante. E la preoccupazione c'è, a causa della grande frammentazione politica e di un sistema vigente che non garantisce la certezza di governare a chi prende più voti. Il giorno dopo le elezioni i partiti potrebbero trovarsi costretti ad aprire una lunga serie di trattative, fino a formare un nuovo Governo la cui composizione è ad oggi sconosciuta e imprevedibile; ad essere noti sono solo i personalismi e gli scontri frontali, anche tra soggetti politicamente affini». L'associazione delle imprese manifatturiere auspica allora che la politica riesca a dimostrare uno sussulto di credibilità nelle proposte da presentare all'elettorato, e la capacità di organizzarsi per far fronte a una situazione difficile. Magari prendendo esempio dagli imprenditori, che anche dopo la recente crisi hanno dimostrato la capacità di riorganizzarsi e rimettersi in discussione per tornare a correre e spingere il Paese verso la rinascita.

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