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L'INDAGINE CONGIUNTURALE CONFERMA IL TREND POSITIVO


Buone notizie per il settore manifatturiero del Vicentino arrivano da una recente indagine congiunturale di Apindustria Confimi Vicenza, che ha raccolto i dati relativi al consuntivo del secondo semestre 2017 e al previsionale per il primo semestre 2018. L'analisi del comparto metalmeccanico, in particolare, evidenzia una complessiva sovraperformance: sia gli indicatori a consuntivo che le stime per il primo semestre di quest'anno sono infatti sensibilmente superiori al dato aggregato territoriale. In particolare, le aziende della categoria che hanno partecipato all'indagine hanno dichiarato crescite marcatamente maggiori alla media (peraltro già positiva) per fatturato, produzione e ordinativi: il 50% delle aziende dichiara significativi aumenti che arrivano, in alcuni casi, a doppia cifra.
Il primo semestre dell'anno in corso si preannuncia altrettanto buono, con un outlook più prudente sul fatturato: 6 aziende su 10 si attendono stabilità o crescite contenute, cui però fa da contraltare una previsione di sviluppo degli ordinativi, in particolar modo degli ordinativi dall'estero. Quest’ultimo dato dovrà però fare i conti con gli scenari che si concretizzeranno sul piano internazionale, come risultati del contrasto commerciale in atto tra Usa e Cina. Un ulteriore leggero miglioramento si registra sul fronte dei tempi di pagamento per il quarto trimestre consecutivo: "scompaiono" i pagamenti oltre i 90 giorni e si rafforzano percentualmente i pagamenti a 60 giorni, che costituiscono la condizione standard di fatto sia per i pagamenti ai fornitori che per i pagamenti dai clienti: si tratta di una boccata d'ossigeno di fondamentale importanza in termini di liquidità, che arriva spontaneamente da una congiuntura economica favorevole, e colma in parte l'inefficienza dello Stato, che negli ultimi anni non ha saputo dare risposte concrete alle richieste degli imprenditori per una legge sui pagamenti certi e puntuali.
Decisamente superiore alla media, ma anche agli indicatori di comparto dei semestri precedenti, l'indicatore relativo alle assunzioni: quasi il 60% del campione prevede almeno un'assunzione nel periodo di riferimento. Fa riflettere però come 3 aziende su 4 dichiarino di incontrare difficoltà nel reperire le figure professionali di proprio interesse, allineate ai profili tecnici richiesti al mercato del lavoro.Suggella il trend generalmente positivo anche l'indicatore del ricorso agli ammortizzatori sociali, praticamente azzerato. A rinnovare la propria soddisfazione per il clima di fiducia che si respira nel comparto produttivo e dai riscontri lusinghieri degli imprenditori è anche il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin: «Finalmente, oltre alle statistiche, riscontriamo anche dalla voce degli stessi imprenditori dei risultati assolutamente positivi su tutti i fronti, dagli ordinativi ai fatturati, nell’export e, più di recente, anche nel mercato interno, che sta conoscendo una ripartenza dopo essere rimasto per troppo tempo al palo».
A livello di istanze e rivendicazioni nei confronti del Sistema Paese, rimangono confermate le tre grandi priorità lanciate di recente dall'Associazione per agevolare il tessuto manifatturiero con l’obiettivo di favorire il suo ruolo trainante per l’economia nazionale. Il primo punto riguarda il peso del fisco sui costi di produzione: basti pensare al carico di oneri sull’energia elettrica e il gas, alla non totale deducibilità dei costi della telefonia e delle auto aziendali, all’Imu sui capannoni e all’Irap. Tutti questi fattori, insieme ai costi della manodopera, gravano sul prezzo dei prodotti e sulla loro competitività, rischiando di portarli fuori mercato. Le aziende chiedono invece di pagare le imposte solo sugli utili reali, dati dalla differenza tra ricavi e costi, evitando di trasferire oneri sui prezzi dei prodotti, che devono restare concorrenziali in un contesto globalizzato in cui le esportazioni sono il principale fattore di crescita.
Un secondo intervento è necessario nel sistema di riscossione delle imposte: serve in particolare avvicinare i tempi tra il versamento dell’Iva a debito e la riscossione di quella a credito attraverso la ricezione integrale della direttiva europea sui pagamenti, che prevede termini di pagamento tra aziende compresi fra i 30 e i 60 giorni. Altrimenti le aziende vengono esposte ad una mancanza di liquidità, pur sempre periodica, ma gravosa, soprattutto in caso del fallimento del cliente, o con lo split payment e il reverse charge, due norme che prevedono il versamento dell’Iva da parte del debitore direttamente allo Stato, lasciando il fornitore in attesa di un credito Iva da compensare.
Non per ultimo, le imprese chiedono di non essere utilizzate dallo Stato come un bancomat per fare cassa. Vale a dire: mai più acconti Ires e Irpef superiori al 100%, via l’acconto Iva del 27 dicembre, totale deducibilità degli interessi passivi e delle eventuali perdite nell’esercizio di competenza.Ma per fare tutto questo sarà necessaria la formazione in tempi brevi di un nuovo Governo, che gli imprenditori si augurano sia in grado di rinnovare misure di crescita lanciate negli anni precedenti con Industria 4.0.
A tale proposito va ricordato che, come reso noto di recente dal Ministero dello Sviluppo Economico, sono ancora disponibili oltre 320 milioni di euro per gli investimenti in macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali nell’ambito della Nuova Sabatini. «Va ribadito che il settore più lanciato verso la crescita è quello metalmeccanico – continua il Presidente Lorenzin – come effetto dell'importanza strategica di questo comparto della manifattura per le sorti dell’intera economia, regionale e nazionale. Restano tuttavia fondamentali alcune misure di sostegno alla crescita, lanciate negli ultimi anni dal Governo su spinta dalle nostre associazioni. Misure che vanno nella giusta direzione, e che ci auguriamo vengano rilanciate anche dai futuri governi, di qualsiasi composizione e colore politico». Le imprese allora aspettano, con fiducia ma senza mai abbassare la guardia.

Vicenza, 27 aprile 2018
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