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CONFIMI INDUSTRIA IN COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA

In attesa di conoscere quale sarà, tenendo conto della bocciatura Ue, il testo e contenuto della prossima legge di Bilancio, Confimi ha presentato oggi (23 ottobre) alla Commissione finanze della Camera le proprie osservazioni sul progetto di legge 1074 semplificazioni le cui misure potrebbero trovare in tutto o in parte collocazione nella prossima manovra.
Si tratta di un pacchetto, sottolinea Flavio Lorenzin presidente di Apindustria Vicenza e Vicepresidente Confimi Industria con delega ai rapporti con il fisco, che raccoglie molti dei disagi manifestati in questi ultimi anni dagli operatori ed è pertanto apprezzabile anche se migliorabile in molti aspetti.Comunicazione liquidazioni periodiche (Li.Pe). La proposta di abrogare questi 4 adempimenti non può che riscontrare il favore di Confimi Industria che la chiede fin dalla loro introduzione nel 2017.
Queste comunicazioni vanno tolte a prescindere dagli effetti che potrà portare l’introduzione della fatturazione elettronica che, al pari dello spesometro, non colpirà chi non emette fattura. 
La Li.Pe colpisce  invece chi comunica con trasparenza al fisco i risultati delle proprie liquidazioni ma non versa le proprie risultanze a debito evidentemente per problemi di liquidità e non certo perché non vede l’ora di fronteggiare le azioni giustamente previste – ci mancherebbe – dalla macchina della Riscossione.
Fatturazione elettronica, precompilate Iva e redditi.  
Appare utopistico pensare  che la fatturazione elettronica possa consentire al fisco di precompilare (con risultati qualitativamente attendibili si intende) le liquidazioni, gli F24 e le dichiarazioni tanto per le imprese minori e i professionisti (letteralmente il d.lgs 127 si occupa solo di questi) che, a maggior ragione, per i soggetti di maggiori dimensioni. Il sistema fiscale è troppo complesso perché l’Agenzia possa conoscere attraverso la fattura elettronica inviata dal fornitore il trattamento del costo dal lato del cessionario. Da questo versante Agenzia e Sogei stanno probabilmente perdendo tempo e risorse a meno che non vi sia la improbabile previsione di abrogare tutte le norme fiscali e stabilire che Iva e reddito si determinano esclusivamente come differenza fra le fatture attive e passive.  Chi non sarebbe contento di questo? Al di là dei vincoli comunitari per l’Iva, si tratta un’ipotesi chiaramente irrealizzabile dal punto di vista del gettito. Tra l’altro gli unici contribuenti verso i quali dette elaborazioni potrebbero essere attendibili sono i forfettari che però (giustamente) sono esautorati sia dall’Iva che dalla fatturazione elettronica.
Rimanendo in tema di fatturazione elettronica le proposte di Confimi Industria sono quelle di intervenire come segue: 
  1. introduzione nel d.lgs 127/2015 di una disposizione di interpretazione autentica (così non vi è più possibilità di discussione) mirata a precisare che la disciplina dell’art.6, comma 5-bis, del Dlgs 472/97 (disciplina sulla non sanzionabilità delle violazioni meramente formali) trova applicazione anche nel caso di trasmissione asincrona della fattura (rispetto al tag <data> dell’XML) laddove detta trasmissione si perfezioni in tempo utile al rispetto dei termini della liquidazione dell'Iva (questa soluzione renderebbe superflua – evitando nuove complicazioni e aggiornamenti software – la previsione contenuta nel DL fiscale di introdurre dal 1° luglio del 2019 la fatturazione immediata entro 10 giorni dal momento di effettuazione).
  2. oltre i limiti temporali della liquidazione Iva previsione, per l’intero 2019 (laddove sia accantonata l’ipotesi di un avvio graduale), della riduzione ad 1 euro per fattura (con il tetto massimo trimestrale facoltà di ravvedimento operoso) per le trasmissioni tardive e fermi restando i termini di versamento dell’Iva.
Iva insoluti e fatturazione elettronica.
Confimi Industria suggerisce di valutare l’introduzione di una procedura che attraverso la fatturazione elettronica consenta (facoltà) al fornitore che riceve l’insoluto di emettere una nota di accredito (ai soli fini Iva) che obblighi il cessionario soggetto passivo a riversare immediatamente l’Iva già detratta. La proposta, a costo zero per l’Erario (perché limitata al B2B), agevolerà il ritorno al rispetto dei termini di pagamento fra gli operatori con beneficio per il ciclo economico e l’Erario. L’adozione di un’apposita classe documentale di fattura elettronica consentirà al fisco di effettuare verifiche mirate presso il cessionario per verificare il riversamento dell’imposta e ridurrà lo stock di perdite erariali da Iva fallimenti.
Altre semplificazioni potranno essere valutate, grazie alla fatturazione elettronica, nella logica di una futura eliminazione degli intra 1, e delle comunicazioni ai fini della precompilata 730 (sistema STS, spese funebri, rette asili ecc).
Abrogazione del 770.
Favorevoli all’abrogazione del 770 ma non a pena di dover indicare negli F24 i codici fiscali dei percettori. La toppa in questo caso risulterebbe peggiore del buco a meno che non si tratti di abrogare anche la CU (certificazione unica) delegando tutto al modello F24.
Dichiarazioni d’intento.
Confimi Industria chiede e auspica fermamente il ritorno alle dichiarazioni d’intento “a tempo” (cioè con validità al massimo fino a fine anno). Le novità sulle dichiarazioni “a valore” in vigore dal 1° marzo 2017 creano troppi disagi agli operatori e non offrono alcun beneficio all’azione di accertamento dell’Agenzia delle entrate che nulla può verificare prima del 30 aprile dell’anno successivo (scadenza della dichiarazione annuale).
Split payment.
Confimi Industria  è contraria all’introduzione di un meccanismo di plafond analogo a quello già in funzione per gli esportatori abituali. Si andrebbe ad aggiungere nuova complicazione ad una disciplina che il  MEF  non è riuscito a declinare  in modo gestibile (7 ripubblicazioni delle split list 2017 con variazioni anche a dicembre e aggiornamenti continui anche su quelle in vigore dal 2018, l’ultimo il 19 settembre scorso la dicono lunga). Si tratta peraltro di liste che contengono più di 300 società in liquidazione, di cui 19 pure fallite.
A giudizio di Confimi Industria  la disciplina dello split payment va semplicemente cancellata, possibilmente già dal 2019, e sicuramente va esclusa qualsiasi ipotesi di richiesta di proroga oltre il 30/6/2020 (scadenza dell’autorizzazione comunitaria in deroga).



23 ottobre 2018
  • Creato il .
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