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Un fisco più equo, trasparente ed europeo

“Non chiediamo una riduzione delle tasse, ma che queste siano più chiare, eque e allineate al più ampio sistema europeo”.

Sa di paradosso la richiesta espressa dal presidente di Apindustria Vicenza, Sergio Dalla Verde, durante l’incontro avvenuto fra i componenti di Giunta Esecutiva dell’Associazione e il senatore Paolo Franco, componente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama. Ma paradosso non è: semplicemente, traduce l’esasperazione di un mondo produttivo sempre più gravato da tasse e balzelli.

“La Finanziaria, così come è stata formulata, non va affatto nella direzione della crescita e dello sviluppo delle piccole e medie industrie del nostro Paese – ha sottolineato il presidente Dalla Verde, ribadendo quanto già pubblicamente espresso. “Siamo preoccupati e non lo nascondiamo: per questo avanziamo al mondo politico delle precise istanze che incarnano le richieste della nostra base associativa, quell’impresa medio-piccola che si misura, da anni, con la totale assenza di una politica economica nazionale che tenga conto della sua esistenza”.

“Chiediamo – ha detto Dalla Verde - se non l’abolizione, almeno una riduzione dell’IRAP, secondo la proposta avanzata da Daniele Molgora, sottosegretario al Ministero dell’economia e finanze, che prevede l’introduzione di una “franchigia sul costo del lavoro” nel calcolo dell’imposta. Solo se così reimpostata, come dimostra la nota tecnica elaborata dall’Area Fiscale dell’Associazione e consegnata al senatore Franco, questa tassa potrà recare benefici concreti al sistema delle piccole e medie imprese”.

Nella nota, inoltre, si esprime totale disappunto per l’intenzione di applicare “tout-court” l’accertamento mediante studi di settore alle imprese in contabilità ordinaria, che già offrono tutela all’interesse erariale per il sistema contabile utilizzato, oltre all’ulteriore garanzia data dal fatto che le aziende manifatturiere operano in contrapposizione di interesse con i propri clienti, i quali necessitano dell’emissione della fattura per poter dedurre il relativo costo. Nel citato documento si reclama anche chiarezza relativamente all’aggiornamento degli studi di settore, peraltro già previsto dalle vigenti norme, e si contesta il possibile aggancio degli studi agli indici ISTAT in quanto, se ciò dovesse significare maggiori ingiustificati oneri a carico delle imprese, si è affrettato a specificare il presidente di Apindustria Vicenza, noi non ci stiamo.

Il senatore Franco ha accolto le osservazioni espresse dal presidente Dalla Verde, sottolineando, in particolare, la convergenza delle posizioni rispetto al nodo degli studi di settore ed alla politica degli incentivi.

“Le modifiche agli studi di settore - ha spiegato Paolo Franco - così come sono stati proposte dal Governo, sono fortemente punitive, soprattutto per le piccole e medie imprese. Mi sto impegnando in prima persona perché siano cambiate”.

Infine, relativamente alla politica degli incentivi alle imprese, Dalla Verde si è detto d’accordo sulla via intrapresa, relativa alla graduale trasformazione del sistema cosiddetto del “fondo perduto” (quanto mai deleterio) in forme contributive incentrate su fondi rotativi e/o contributi in conto interessi.

“In attesa del Collegato alla Finanziaria o del maxi emendamento che dovrebbe contenere i provvedimenti per il rilancio dell’economia - ha concluso Dalla Verde - il nostro appello è chiaro: le tasse vanno calcolate sulla fotografia reale delle aziende - al momento non certo rosea - e non su ipotetici ed evanescenti scenari di riferimento”.

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