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VACCINANZIONE ANTI-COVID: DARE PRIORITÀ ANCHE A COMMERCIALI, TECNICI E OPERAI CHE DEVONO RECARSI ALL’ESTERO PER LAVORO


L’appello di Apindustria Confimi Vicenza alla vigilia dell’avvio delle vaccinazioni per la popolazione al di fuori degli ospedali e delle RSA: «Le nostre aziende hanno bisogno di potersi muovere liberamente nei mercati internazionali»
Chi per necessità di lavoro ha la necessità di viaggiare all’estero sia tra le prime categorie a ricevere il vaccino anti-Covid. L’appello arriva da Apindustria Confimi Vicenza, in previsione dell’avvio della vaccinazione anti-Covid anche per la popolazione che non rientra tra il personale sanitario o tra gli ospiti e operatori delle RSA: «Nessuno mette in dubbio l’importanza di avere tutelato innanzitutto queste categorie – sottolinea Mariano Rigotto, presidente dell’Associazione di Categoria vicentina -, ma ora che si sta per aprire la vaccinazione in modo progressivo anche al resto della popolazione, è importante considerare anche le esigenze dell’economia reale. Sono moltissime le imprese la cui sopravvivenza dipende dalla possibilità di continuare a operare sui mercati internazionali. Negli ultimi mesi sono riuscite con grandi sforzi a mantenere anche a distanza i rapporti con la clientela, ma è evidente che non si può pensare di lavorare all’estero senza incontrare i clienti per più di un anno, né inviare il proprio personale tecnico per l’installazione o la manutenzione delle apparecchiature, spesso molto sofisticate, che produciamo in Italia e destinate a tutto il mondo. Un tema, quest’ultimo, che tocca particolarmente il Vicentino, dove c’è un settore meccanico e meccatronico di assoluta eccellenza e fortemente orientato all’internazionalizzazione».
Da qui la proposta di Apindustria Confimi Vicenza: «Non chiediamo di dare priorità indistintamente a tutti i lavoratori delle aziende, ma almeno alle figure alle quali è richiesto di viaggiare per poter svolgere il proprio lavoro e garantire l’operatività delle nostre aziende. Anche perché è probabile che per l’ingresso in alcuni Paesi, o anche solo per poter prendere un aereo, venga richiesto un certificato di vaccinazione».Il rischio, altrimenti, è quello di penalizzare drasticamente proprio quelle aziende che fino ad oggi hanno dimostrato una migliore capacità di tenuta: «Le imprese che vendono all’estero sono quelle che stanno marciando meglio e che, a loro volta, alimentano le filiere locali. Per continuare a operare però hanno bisogno di poter dialogare con i propri clienti, trovarne di nuovi e fornire tutta l’assistenza tecnica necessaria. Il piano di vaccinazione alla popolazione deve tenere conto anche della necessità di tenuta del nostro sistema produttivo, già messo così duramente alla prova».
Vicenza, 15 gennaio 2021
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