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Speciale Focus 4.0 - Apindustria Confimi Vicenza


«Lavoriamo sulla formazione: la capacità di innovare dipende anche dalle competenze disponibili sul territorio». Intervista al Presidente Mariano Rigotto
Investire nelle nuove tecnologie ed essere capaci di innovare continuamente l’azienda diventano obiettivi non più facoltativi ma obbligatori per rimanere sul mercato, tanto per i grandi quanto per i piccoli. Ma se i primi hanno le risorse e le strutture per muoversi autonomamente, le piccole aziende hanno bisogno in molti casi di essere accompagnate verso questa nuova forma di competitività. Ne è convinto Mariano Rigotto, presidente di Apindustria Confimi Vicenza, la cui associazione è concentrata appunto sulle risposte da dare ai bisogni delle Pmi nel campo della trasformazione tecnologica.

Come vi state muovendo per portare i temi della digitalizzazione tra le imprese?
Il sostegno all’innovazione nelle Pmi del territorio è un impegno che portiamo avanti su più fronti: da una parte le iniziative di aggiornamento e approfondimento proposte agli imprenditori, dall’altra progetti più a lungo termine. Sotto il primo aspetto c’è da ricordare l’attività di informazione e sensibilizzazione che portiamo avanti con “I mercoledì degli imprenditori”. Si tratta necessariamente di webinar, che per questo chiamiamo anche “WEBnesday”, che si svolgono appunto al mercoledì pomeriggio su vari temi di interesse per chi fa impresa: quelli di cui ci occuperemo nei prossimi incontri riguarderanno lo Smart Manufacturing, i bandi finanziati per le imprese e la sicurezza informatica.
Un servizio che abbiamo attivato per favore la diffusione delle tecnologie 4.0, sulla base di un accordo con l'Ordine dei Periti di Vicenza, riguarda la realizzazione delle perizie che servono per beneficiare delle agevolazioni sugli investimenti effettuati.
Poi c’è il secondo aspetto, quello legato alle progettualità più di lungo termine. Lo scorso anno, insieme con il CPV, le Università di Padova, Bolzano e Klagenfurt e altri partner italiani e austriaci, abbiamo sottoscritto una convenzione per la creazione di un Centro di riferimento sul tema della mass customization nell’ambito del progetto "Mass Customization 4.0" del valore complessivo di circa 1 milione di euro, finanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020.

Cosa si intende per mass customization?
Significa combinare la massima possibilità di personalizzazione del prodotto con i costi ridotti tipici delle produzioni di massa. Fino a pochi anni fa sembrava un’utopia, ma oggi con l’avvento delle tecnologie 4.0, diventa una prospettiva molto concreta e indispensabile per la competitività delle imprese. Lo strumento per raggiungere gli obiettivi è la creazione di centri di competenza – DEA Center - per aiutare le aziende a intraprendere questo percorso. Il DEA Center di Vicenza è attivo presso la nostra sede, dove assistiamo le piccole e medie imprese del territorio (associate e non) attraverso consulenze individuali e attività di gruppo.

Qual è il target al quale si rivolge?
Il target è quello dlle PMI attive nella produzione di sistemi e prodotti per la filiera dell’edilizia e dello smart living, erogando servizi di formazione e supporto per lo sviluppo di tecnologie MC 4.0. Un’attività, questa, che proseguirà anche dopo la conclusione formale del progetto, come centro di competenza in grado di aggregare ulteriori imprese interessate al tema.  

E’ un modo per dare risposte di innovazione a imprese che per le loro dimensioni non sempre possono essere in grado di dotarsi di competenze e risorse necessarie?
Sì. La capacità di innovazione è essenziale per restare competitivi, ma certe innovazioni richiedono competenze e capitali difficilmente alla portata delle singole aziende: questo progetto dunque ci consentirà di aprire nuovi orizzonti per quelle piccole e medie imprese che sono sensibili all’innovazione, ma che per svilupparla necessitano di lavorare in rete con altre aziende e con strutture già in possesso delle necessarie competenze.

La digitalizzazione è anche un tema che ha bisogno di competenze e di professionalità specifiche. Si tratta di trovarle...
Sostenere l'innovazione significa anche favore la crescita di lavoratori in possesso di adeguate competenze. In questo senso, a medio e lungo termine, si inserisce anche un progetto di orientamento verso le materie scientifico-tecnologiche, promosso dal Gruppo Donne della nostra associazione e fortemente voluto dalla Presidente Alice Borsetto. Le destinatarie sono ragazze del secondo e del quarto anno di alcuni istituti superiori di Vicenza, alle quali saranno proposte attività pratiche: parteciperanno a laboratori esperienziali, toccheranno con mano strumenti e attrezzature, faranno degli esperimenti, si confronteranno con ricercatori, esperti e mentori, raccoglieranno una "sfida" che verrà loro lanciata, si organizzeranno in piccoli gruppi e proporranno soluzioni che dovranno esporre a una giuria di esperti e imprese.

Un’occasione per sviluppare il dialogo fra scuola, università e imprese?
Certo. Del resto la capacità di innovazione dipende anche dalle competenze disponibili nel territorio. Di qui l’attenzione particolare all’orientamento scolastico. Proprio su questo fronte abbiamo lanciato il progetto,“Girls&Science”, che ha l’obiettivo di incrociare due temi attuali e prioritari: lo sviluppo del sistema economico locale nel campo dell’innovazione scientifico-tecnologica e l’aumento dell’occupazione femminile negli ambiti scientifico-tecnologici. Questo si affianca alle tante altre attività che portiamo avanti nell’orientamento scolastico e nel parternariato scuola-impresa.

Questioni che, par di capire, vedete andare in parallelo per il futuro…
Sono temi strettamente interconnessi, in effetti. Già oggi le imprese faticano a reperire personale con competenze tecniche altamente specializzato e questa difficoltà è destinata ad acuirsi sempre più in futuro. Di qui l’esigenza di un aumento del coinvolgimento delle donne in ruoli tecnici nelle imprese, ruoli che ancora oggi sono una prerogativa soprattutto maschile. Questo coinvolgimento avrebbe anche un grande valore sociale, in quanto molti dei lavori che troveremo nel 2030 avranno un notevole contenuto digitale-tecnico-scientifico e il mancato coinvolgimento delle donne rischia di aumentare ulteriormente le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro.
Vicenza, 27 aprile 2021
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