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Arranca l'economia vicentina


“Il sogno americano sembra essere già finito, la ripresa, che molti si aspettavano legata ad uno scatto in avanti dell’economia targata USA, è un miraggio sempre più lontano. Il nostro Paese necessita di politiche chiare ed interventi strutturali profondi, mentre il decreto sulla Competitività – la cui approvazione è attesa da più di due mesi ed è stata rinviata per l’ennesima volta - ancora non è stato approvato”.
E’ questo lo scenario che condiziona pesantemente l’andamento congiunturale delle piccole e medie industrie locali secondo il presidente di Apindustria Vicenza, Sergio Dalla Verde, che ha presentato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani, la consueta indagine congiunturale condotta sulle imprese associate a consuntivo del secondo semestre del 2004 e contenente le previsioni per il primo semestre 2005.
“Con un simile contesto – ha sottolineato Dalla Verde - le cose non possono andare bene; quello che temiamo, inoltre, è che il ritmo di crescita delle piccole e medie industrie vicentine possa essere, anche per i prossimi mesi, molto simile a quello del 2004: ben distante dalle performance ritenute desiderabili”.
“Mancano ancora, al nostro Paese, quella chiarezza di obiettivi e quegli strumenti adeguati per intervenire e tracciare una rotta  certa e sicura in grado di offrire un segnale di fiducia al sistema produttivo”.
“In tal senso – prosegue Dalla Verde -  anche il Decreto per la Competitività (la cui approvazione, proprio ieri sera, è stata rinviata a venerdì),  alla stesura del quale le associazioni di categoria sono state solo parzialmente coinvolte, non sembra contenere, stando alle notizie che ci giungono, particolari idee innovative, eccetto forse il contributo per favorire le fusioni fra le PMI”.
“L’Associazione, di contro, da tempo sta lavorando, in un’ottica di medio e lungo termine, per favorire l’internazionalizzazione, l’innovazione tecnologica, l’ottimizzazione dei processi aziendali. Si tratta, tuttavia, di interventi che necessitano di tempo: quello che ci preoccupa è che, contestualmente, manchino le minime condizioni di sopravvivenza per le aziende che stanno ristrutturando”.

 IL CAMPIONE. Alla rilevazione, svoltasi nella prima parte di febbraio, hanno preso parte 245 industrie, che rappresentano gran parte dei settori produttivi del Vicentino e sono collocate, in maggioranza, nelle classi dimensionali comprese tra 10 e 50 addetti. Il campione occupa circa 6.600 addetti e sviluppa un volume d’affari complessivo di circa 1.250 milioni di Euro.

SCENARIO GENERALE.  Il ritmo di crescita della congiuntura vicentina sarà, nei prossimi mesi, molto vicino a quello del 2004: ampiamente insufficiente rispetto a quanto ritenuto desiderabile.
I dati, infatti, confermano la situazione di “stallo” più volte denunciata dall’Associazione, anche in tempi non sospetti, nei quali altre associazioni scommettevano su un rapido ritorno alla “normalità”.

FATTURATO, PRODUZIONE E ORDINATIVI. Le previsioni formulate a settembre 2004 sono tutte confermate: si abbassa la quota delle imprese che dichiarano un aumento del fatturato, della produzione o degli ordinativi, mentre aumentano le imprese che dichiarano una riduzione di attività, in rapporto ai primi mesi del 2004.
Nella prima parte del 2004 le imprese con un andamento positivo del fatturato erano state il 40% del campione, nella seconda parte del 2004 sono diventate il 36% e in previsione, per la prima parte del 2005, saranno soltanto il 29.3%.
In altri termini, se utilizziamo la percentuale delle imprese in crescita come indicatore di fiducia, dobbiamo riconoscere un costante peggioramento della situazione.
Il fatturato è cresciuto, nell’ultimo semestre 2004, del +2.9%.  Ma la crescita è limitata ad alcuni settori e gruppi di aziende. Non è un dato generalizzato. Crescono le vendite dei produttori di Macchine (+13.8%), di Elettromeccanica ed Elettronica (+11.3%). Aumentano le vendite anche Impiantistica, Edilizia, Mobile e Servizi, mentre Ceramica segna un ulteriore arretramento (-8.7%), Orafo cala ancora (-1.2%), Chimica scende del -4.2% e la Grafica-Cartotecnica del -2.8%.
Dal punto di vista della produzione, l’incremento è più contenuto del fatturato (+1.9%), mentre gli ordinativi sono cresciuti soltanto del +1.6%.
Il numero delle imprese con una produzione in calo si stabilizza intorno al 25% del campione (su livelli simili al primo semestre 2004), mentre sale al 34% il numero delle aziende con ordinativi in calo (tre punti in più rispetto al primo semestre).
Il processo di ristrutturazione dell’industria vicentina verso nuovi comparti più redditizi, sembra continuare. Per fortuna, poiché è ormai un’esigenza improrogabile, dettata dalle nuove condizioni del contesto esterno, quella di uscire dalle attività tradizionali a basso rendimento un po’ in tutti i settori industriali.

Guardando al futuro, la situazione della congiuntura non migliora: il 19% delle imprese prevede riduzioni degli ordini, il 15% un calo della produzione e il 19% una riduzione del fatturato. Sono cifre superiori a quelle registrate in tutti i periodi precedenti.
Le imprese esprimono preoccupazione soprattutto per il mercato interno. La quota di imprese che prevede un aumento di attività avverte segni di risveglio soprattutto sui mercati esterni.
In estrema sintesi, la congiuntura permane sfavorevole e sembra minacciata soprattutto dalla lenta evoluzione del mercato nazionale. Questo fenomeno è particolarmente grave perché, successivamente alla crescita dell’Euro, le nostre imprese sono tornate ad operare proprio su questo mercato perché più remunerativo.
La quota di fatturato destinata alle esportazioni è lievemente diminuita negli ultimi due anni.

L’OCCUPAZIONE. L’occupazione è stabile (+0,1%), sia pure con andamenti diversi da settore a settore. Questo contribuisce ad una lieve crescita della produttività. Esistono tuttavia differenze sensibili tra i diversi settori, che possono sottendere sia a un miglior utilizzo e alla diversa composizione della forza lavoro, sia ad una riduzione del ricorso alla cassa integrazione, sia ad una effettiva difficoltà strutturale delle imprese.
Le imprese interessate da fenomeni di riduzione del personale sono complessivamente il 20% nell’ultimo semestre 2004, e potrebbero ridursi al 17% nel primo di quest’anno. Poco più del 13% si trova in condizione di assumere personale. 
La maggior parte delle imprese (70%) non ha fatto ricorso alla CIG fino ad ora, ma cresce l’incertezza sul futuro. Al momento resta stabile attorno al 14% la quota delle imprese che prevedono un aumento di mobilità o CIG nei primi mesi del 2005.
Inoltre, sta mutando la struttura dell’occupazione: tra i nuovi assunti, i contratti a tempo indeterminato sono il 30% circa, quelli a tempo determinato sono il 35% circa e gli altri sono generalmente occasionali o contratti di primo inserimento (tipo apprendistato 25%). Gli extracomunitari sono circa il 10% della forza di lavoro operaia, mentre Co.Co.Co. e lavoro Interinale sono presenti nel 50% delle imprese con una quota compresa tra il 5% e il 10% delle forze di lavoro esecutivo.

INVESTIMENTI E RICORSO AL CREDITO. Le imprese che dichiarano di aver effettuato investimenti nell’ultimo semestre del 2004 sono, a consuntivo, il 60% del campione. Si tratta di una quota superiore a quella registrata nel corso del primo semestre 2004 e indica un sia pur lieve segno di ottimismo.
Il ricorso al credito è tuttavia rimasto stabile, negli ultimi sei mesi. Le imprese con credito in aumento sono il 26% e saranno il 21% nei prossimi mesi, mentre quelle che intendono ridurre il credito sono in lieve aumento dal 13% al 15%. L’accesso al credito è considerato più difficoltoso dal 20% delle imprese, mentre solo l’8.5% trova oggi più semplice ricorrere all’aiuto delle banche.

PROFITTI, COSTI E PREZZI. I costi di produzione sono in aumento nel 53% delle imprese, mentre i prezzi si adeguano soltanto nel 29% delle imprese. Di conseguenza l’utile lordo è in crescita solo nel 15% delle imprese, mentre nel 43% del campione si verifica una contrazione dei margini negli ultimi sei mesi.

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