LE PMI CHIEDONO UNA REVISIONE DELLE POLITICHE MONETARIE EUROPEE

Comunicato stampa, 9 giugno 2008




LE PMI CHIEDONO UNA REVISIONE DELLE POLITICHE MONETARIE EUROPEE

LA BCE ha dichiarato la volontà di alzare a breve il TUS europeo dello 0,25% per controllare l'inflazione, ma le imprese e le famiglie

chiedono la sua riduzione per rilanciare gli investimenti e sostenere più facilmente i mutui.

Il commento del Presidente Filippo De Marchi

 

 

E' di questi giorni la notizia, anticipata dal presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, di un imminente aumento del tasso ufficiale di riferimento (TUS) europeo di 0,25 punti percentuale, con l'obiettivo di mantenere sotto controllo l'inflazione.


La notizia non giunge inaspettata considerando che la BCE nasce con l'obiettivo primario di difendere il potere di acquisto dell'euro, ma provoca ugualmente una certa apprensione tra le piccole e medie imprese vicentine. A sintetizzare i timori e le perplessità dei colleghi imprenditori è Filippo De Marchi, presidente di Apindustria Vicenza, nonché già presidente del Consorzio Apiveneto Fidi: «Combattere l'inflazione è certamente un obiettivo primario, tuttavia va ricordato che l'inflazione è davvero pericolosa solo in momenti di rilevante crescita dell'economia. Oggi invece tutti i numeri e le previsioni degli economisti indicano purtroppo che siamo in una situazione ben diversa, nella quale si evidenzia un generale rallentamento dell'economia, se non una vera e propria recessione».


In questo contesto, secondo gli imprenditori vicentini sarebbe auspicabile una misura di segno opposto a quella annunciata dalla BCE: «Sarebbe utile una riduzione entro 12 mesi di almeno 1 punto percentuale: questo aiuterebbe le piccole e medie imprese, già penalizzate sul fronte dell'accesso al credito dalle norme introdotte con Basilea2, ma darebbe ossigeno anche alle famiglie, che pagherebbero interessi più bassi sui mutui per la casa e sui debiti al consumo, e sarebbe una misura propizia anche per lo stato italiano che, con una diminuzione del TUS pari all'1%, potrebbe risparmiare quasi 17 miliardi di euro l'anno di interessi sul debito pubblico».


Argomentazioni concrete che al momento non sembrano essere considerate nella loro importanza dalla Banca Centrale Europea, ma a dispetto dell'annuncio fatto da Trichet gli imprenditori vicentini auspicano un ripensamento: «Credo - conclude De Marchi - che i dirigenti della BCE abbiano preso questa decisione influenzati da una visione distorta dell'attuale contesto economico e come Apindustria chiederemo con forza al nostro Governo di proseguire nel pressing sulla BCE affinché la lotta all'inflazione non resti l'unico risultato perseguito a Bruxelles, per non compromettere la crescita e lo sviluppo dell'Unione Europea e degli stati membri, che dovrebbe essere il primo obiettivo della BCE».



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