Assemblea Unionorafi Apindustria Vicenza

  Comunicato stampa

 15 dicembre 2008

IL PRESIDENTE DAL ZOVO HA RIUNITO LA CATEGORIA DEGLI ORAFI PER COMMENTARE LO STATO DELL'ARTE DEL SETTORE

 


All'Assemblea ha preso parte il responsabile di Apiveneto Fidi che ha presentato gli strumenti a disposizione degli imprenditori per migliorare l'accesso al credito delle PMI

 



Si è tenuta nei giorni scorsi l'Assemblea annuale di Unionorafi Apindustria Vicenza, una preziosa occasione di confronto per gli imprenditori della categoria, per un settore che più di ogni altro ha subìto negli ultimi semestri gli influssi della crisi.


Presenti all'incontro il presidente della categoria, Florido Dal Zovo, i vice presidenti Mario Faccin e Fabrizio Vezzaro e il presidente Apindustria Filippo De Marchi. Tra gli ospiti anche Maurizio Colombo, Presidente di Unionorafi Confapi (succeduto quest'anno al vicentino Tranquillo Loison) e prossimo coordinatore della Consulta Nazionale dei produttori Orafi Argentieri Gioiellieri.

«I dati congiunturali negativi non si possono certo negare - ha detto Dal Zovo - ma come Associazione è importante dare anche messaggi confortanti agli imprenditori, mettendo in luce gli strumenti di cui possono disporre per far fronte al momento. In Apindustria Vicenza abbiamo un importante programma di promozione e supporto, grazie anche all'attività del Consorzio Gold & Silver Api Group, e i nostri imprenditori possono usufruire di una vasta gamma di servizi e di consulenze altamente specializzate, dal fiscale al credito al sindacale».


Il presidente dell'Associazione, Filippo De Marchi, ha puntualizzato da parte sua la necessità di un forte rilancio della Fiera di Vicenza, che ha bisogno di grandi investimenti per tornare ad essere leader in Italia e a livello mondiale, e ha passato la parola a Vittorio Rigotti, responsabile dell'Area credito dell'Associazione, nonché funzionario di riferimento di Apiveneto Fidi (il Confidi regionale delle PMI), che ha presentato gli strumenti a disposizione degli imprenditori per migliorare l'accesso al credito delle piccole imprese. «L'attuale situazione di contrazione economica, rende senz'altro più difficile l'accesso al credito per i nostri imprenditori - ha detto Rigotti - ma non impossibile: esistono infatti alcuni accorgimenti gestionali e metodologie di comunicazione da adottare che possono agevolare il rapporto con le banche migliorando il dialogo. L'utilizzo dei Confidi risulta inoltre molto efficace per rendere il tutto più facile e conveniente; la loro attività di rilascio di garanzie è infatti funzionale ad agevolare l'accesso al credito e al tempo stesso permette un sensibile abbattimento dei costi finanziari».


I dati congiunturali del settore:

Secondo l'ultima indagine condotta dall'Associazione la quota di imprese che dichiarano di aver effettuato investimenti nel corso del primo semestre del 2008 è, nel totale dei settori intervistati, pari al 60,8% dei casi, in leggera crescita rispetto al 55,8% di sei mesi fa, con le sole eccezioni del comparto dei servizi e dell'orafo: quest'ultimo presenta una propensione all'investimento quasi dimezzata rispetto al profilo medio (solo il 35% delle imprese intervistate ha effettuato investimenti), segno tangibile di una situazione di diffusa crisi e di assenza di aspettative positive per il futuro.

I risultati relativi al primo semestre 2008 mostrano variazioni negative a due cifre per ordinativi, produzione e fatturato, che rispettivamente decrescono del 17,3%, 19% e 21,7%, con sensibili effetti sui livelli occupazionali, che diminuiscono del 16%.

Sulla base delle risposte fornite nella presente rilevazione, possiamo desumere che attualmente il settore opera per il 40% circa sul mercato interno, per il 36% sul mercato Ue e per il restante 24% sui mercati extra-Ue. Fra i mercati extra-Ue si conferma la rilevanza di quello asiatico (che assorbe il 9% del fatturato complessivo) mentre diminuisce il peso della Russia e degli altri paesi europei esterni all'Ue (3%). Il Nord America, che un tempo aveva un ruolo di tutto rilievo (in passato assorbiva oltre il 15% delle vendite del settore), resta relativamente ridimensionato (9%) a causa della forza dell'euro ed alle altre difficoltà che l'economia americana sta attraversando.

Le previsioni per il futuro fornite dagli imprenditori intervistati sono in linea con gli andamenti registrati a posteriori per il primo semestre 2008: nel complesso la percentuale di imprese che prevedono una riduzione degli ordinativi sale al 58,8% dei casi contro il 14,5% registrato nella precedente rilevazione. Per quanto riguarda il mercato interno e quello estero interno alla Ue, il peso dei pessimisti risulta ancor più accentuato, e raggiunge quasi l'80% dei casi; per il mercato esterno all'Unione Europea invece lo scenario previsto è solo leggermente più positivo e la percentuale di imprese che prevedono diminuzioni degli ordinativi si assesta al 60% dei casi, affiancata da un 20% circa che prevedono invece dei possibili aumenti. Identiche considerazioni le si traggono se, oltre agli ordinativi, consideriamo i livelli della produzione totale prevista e delle vendite. Come riflesso di questi andamenti previsti, dal punto di vista occupazionale le corrispondenti previsioni sono solo al ribasso (36% dei casi) o al più stazionarie.