ALLARME MUTUI: LE IMPRESE INSOLVENTI IN VENETO SONO AUMENTATE DI OLTRE IL 60%

Comunicato stampa 25 febbraio 2009

I dati di una nuova indagine di Apiveneto Fidi evidenziano la crescente difficoltà delle PMI Venete nel fare fronte ai prestiti contratti e l'opportunità di concordare una moratoria generalizzata di almeno un anno su mutui e leasing in corso

 La crisi finanziaria iniziata la scorsa estate sta manifestando proprio in questo inizio d'anno le sue ripercussioni più gravi: la conseguente frenata degli ordini e delle attività produttive ha infatti ridimensionato in modo improvviso ed imprevedibile le entrate di molte imprese, che ora faticano a rispettare gli impegni presi in precedenza con le banche sotto forma di mutui o leasing. Tutto questo mentre la parallela stretta sul credito - in termini di possibilità di erogazione e condizioni praticate - rende il fenomeno ancora più drammatico.

Così, secondo una nuova indagine realizzata da Apiveneto Fidi sul territorio regionale, i casi di imprese insolventi riscontrati in Veneto da inizio anno sono aumentati di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ad essere colpita dal fenomeno risulta la generalità delle imprese e ciò indipendentemente dal settore di appartenenza o dalla dimensione.

Dai dati raccolti è chiaro altresì come il problema è originato da un unico comune denominatore: la carenza di liquidità riscontrabile a tutti i livelli della catena, per cui finisce che nessuno paga più nessuno, causando di conseguenza una sostanziale paralisi del ciclo finanziario ed economico.

Ecco quindi che l'80% delle imprese assistono a richieste di dilazione di pagamento - da parte dei loro clienti - che arrivano anche a 150-180 giorni e la base di contrattazione per la chiusura di un ordine non è più il prezzo, ma la dilazione di pagamento accordata.

Le insolvenze segnalate da parte della clientela raggiungono picchi allarmanti in tutti i settori e ciò genera una reazione a catena, che porta il sistema bancario ad adottare nei confronti dell'impresa criteri di estrema prudenza, che in molti casi sfociano in un razionamento del credito con ulteriore aggravamento della situazione.

«Come avevamo temuto - commenta Gianni Tommasi, Presidente di Apiveneto Fidi - le conseguenze della crisi si stanno ora manifestando in tutta la loro gravità per le imprese colpite da tale carenza di liquidità, che speriamo sia temporanea, ma che può avere ripercussioni gravissime per la sopravvivenza stessa di molte di esse e anche per la solidità del sistema finanziario, perché va ricordato che le ripercussioni dei default delle imprese potrebbero essere pesantissimi per banche ed intermediari finanziari».

Un ragionamento, questo, che ha portato proprio in questi giorni alla proposta, in Commissione Attività Produttive della Camera, di una moratoria di un anno sui mutui concessi alle imprese. Se l'iniziativa venisse recepita dal Governo e dal sistema bancario, i mutui in corso verrebbero "congelati" per 12 mesi e le aziende dovrebbero pagare solo gli interessi, "spalmandoli" nelle rate successive o pagandoli in un'unica soluzione dopo l'anno di moratoria. «Riteniamo questa proposta estremamente interessante - prosegue Tommasi - e in grado davvero di risolvere molte situazioni di sofferenza: la competitività delle nostre PMI infatti non è in discussione e dobbiamo assolutamente evitare che una crisi temporanea di liquidità, dovuta a fattori che poco o niente hanno a che fare con la gestione ordinaria d'impresa, porti a decine se non a centinaia di aziende in cassa integrazione o peggio ancora alla loro chiusura. E i dati che abbiamo raccolto dimostrano che questo è un rischio concreto se non si interviene immediatamente ».

In questo modo le aziende vedrebbero notevolmente alleggerita la loro posizione finanziaria durante la fase più delicata dell'attuale crisi internazionale, mantenendo all'interno preziose risorse finanziarie da destinare alla ripresa; il Governo potrebbe intervenire in modo incisivo a sostegno delle PMI senza stanziare ulteriori risorse, mentre il sistema bancario vedrebbe ridursi in modo significativo la percentuale di imprese insolventi, risparmiando nel contempo i costi per l'avvio di azioni legali di recupero, spesso inutili.

«Abbiamo tutte le potenzialità per uscire da questa crisi - conclude Tommasi - ma è necessario che tutti, imprenditori, Governo e sistema finanziario facciano la loro parte e questa proposta di legge va finalmente nella direzione giusta».