LA CONTRATTAZIONE TERRITORIALE PER IL RILANCIO DELLA PRODUTTIVITA’ E LA SALVAGUARDIA DEI POSTI DI LAVORO


Vicenza, 12 luglio 2010

Flavio Lorenzin, presidente Unionmeccanica dell’Associazione vicentina, difende il protocollo firmato di intesa con tutte le organizzazione sindacali territoriali

Ha recentemente fatto notizia l’iniziativa di Apindustria Vicenza, unica per ora a livello nazionale, per la firma di un protocollo, condiviso e sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali locali, per la contrattazione di secondo livello sul territorio. Sull’iniziativa si sono espressi in tanti, vista la delicata tematica che tocca, e i commenti di organizzazioni datoriali e media non si sono fatti attendere.

«Ci fa piacere aver smosso le acque e aver fatto parlare di noi – dice Flavio Lorenzin, presidente della categoria Unionmeccanica di Apindustria Vicenza, nonché membro di Giunta dell’Associazione -. Ma onestamente questo non era il nostro obiettivo principale. Unico e fondamentale scopo del nostro progetto era dotare le aziende di uno strumento di ausilio in più per risolvere molti dei problemi di gestione interna che i contratti aziendali pongono, senza creare - sia ben chiaro - un terzo livello di contrattazione, perché contratto territoriale e contratto aziendale sono e resteranno alternativi tra loro. Erroneo, quindi aver letto l’iniziativa come “originale” nella forma, quasi che il tutto fosse stato fatto solo per “distinguersi” dagli altri, perché la vera peculiarità della nostra proposta sono, al contrario, proprio i contenuti».

«E’ un accordo, il nostro, scritto a più mani – continua Lorenzin – avendoci visti impegnati al confronto con tutte le organizzazioni sindacali locali: interessa oltre 20.000 lavoratori delle circa 1.300 imprese associate ad Apindustria Vicenza, e prevede che, in alternativa alla tradizionale contrattazione aziendale, possano essere raggiunte anche intese di carattere territoriale, applicabili a tutte le imprese della stessa categoria aderenti all’Associazione vicentina, sulle materie definite in sede di contratto collettivo nazionale. Ciò perché vogliamo aiutare le nostre imprese sul fronte della produttività e del suo aumento: i contratti di territorio possono portare vantaggi economici, con un minor costo del lavoro e una maggiore redditività per il lavoratore. Chi ha letto il nostro progetto come una ricerca di visibilità ha sbagliato: con la contrattazione territoriale, vogliamo ottenere non solo i benefici della decontribuzione, ma anche concreti vantaggi normativi per le PMI, attraverso il ricorso a tutte le forme di maggior flessibilità nell’organizzazione dell’impresa, consentite dalla legge, ivi comprese quelle inerenti l’orario di lavoro e il lavoro straordinario, senza dimenticare la salvaguardia della meritocrazia e della contrattazione individuale tra impresa e lavoratore».