Non solo PA, la legge contro i ritardati pagamenti non funziona nemmeno nel privato

COMUNICATO STAMPA

E’ una triste constatazione, ma la procedura d’infrazione contro l’Italia avviata dalla Commissione UE per violazione della Direttiva europea sui ritardati pagamenti, potrebbe portare a qualche risultato. E’ amaro rilevare, però, come, ancora una volta, non sia stata posta la giusta attenzione all’inefficacia della normativa rispetto ai pagamenti nel settore privato. E’ plausibile ipotizzare, infatti, che la procedura possa sortire qualche effetto nei rapporti verso la PA (dove i termini di pagamento - dal punto di vista normativo - sono inderogabili) mentre ci sono ben poche speranze sul versante privato. Quella dei ritardati pagamenti nel settore pubblico è una “piaga” inaccettabile, sostiene Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Vicenza, ma non meno pesante è la situazione nel settore privato dove la norma, come ha sempre sostenuto l’Associazione, è completamente inefficace.

Come rileva una recente indagine condotta presso le proprie associate, nel 90% dei casi, il termine di 30 giorni previsto dalla Direttiva non è rispettato e, di questi, l’85% rileva una dilazione fra i 60 e i 120 giorni, ben oltre, quindi, i termini della Direttiva. A oltre un anno dall’entrata in vigore della nuova disciplina non stupisce quindi l’insuccesso delle nuove misure. I motivi, commenta Lorenzin, li avevamo anticipatamente pronosticati. Da una parte i termini e gli interessi di mora (tranne poche eccezioni) sono derogabili, a patto che non siano gravemente iniqui ma l’iniquità non rappresenta un deterrente considerato che va accertata dal giudice e con i tempi della giustizia italiana (e vicentina in particolare), non rappresenta certo un deterrente.
Dall’altra, c’è l’elemento psicologico che si abbatte soprattutto sulla piccola e media impresa che non vuole o non può permettersi di creare un contenzioso con la controparte e che quindi si vede costretta ad accettare i tempi che gli sono imposti dalla parte più forte.

Infine, chiosa Lorenzin, a complicare la situazione e a proliferare inutili adempimenti, permane l’aberrante disciplina sulla responsabilità fiscale nel settore degli appalti e subappalti che autorizza il committente o l’appaltatore a sospendere i pagamenti se non riceve l’autocertificazione di regolarità nel versamento delle ritenute dei dipendenti. Son tutte situazioni nelle quali Apindustria Vicenza e Confimi impresa, conclude Lorenzin, continueranno a battersi per far capire al legislatore l’urgenza di soluzioni che, anziché contrastare, agevolino il rispetto dei termini di pagamento, senza, peraltro, gravare sui bilanci dello Stato.

Vicenza, 7 marzo 2014