Lorenzin (Apindustria Confimi Vicenza): “con Imu e Tasi, capannoni industriali tartassati 5 volte”

[Vicenza, 16 giugno 2015] Scadeva ieri l’acconto dell’IMU e della TASI. Ancora una volta a pagare il conto più salato sono gli immobili produttivi delle imprese manifatturiere e commerciali. Fra imposte locali e nazionali (escludendo i rifiuti), sono tartassati ben 5 volte. Ecco la lista: l’IMU, il cui carico, dal 2012, è pressoché raddoppiato; la TASI, introdotta nel 2014; l’indeducibilità dell’80% dell’IMU ai fini IRES/IRPEF; l’indeducibilità totale dell’IMU ai fini IRAP; l’indeducibilità ai fini IRES, IRPEF ed IRAP del valore del suolo/terreno su cui sorge l’immobile.

[Vicenza, 16 giugno 2015] Scadeva ieri l’acconto dell’IMU e della TASI. Ancora una volta a pagare il conto più salato sono gli immobili produttivi delle imprese manifatturiere e commerciali. Fra imposte locali e nazionali (escludendo i rifiuti), sono tartassati ben 5 volte. Ecco la lista: l’IMU, il cui carico, dal 2012, è pressoché raddoppiato; la TASI, introdotta nel 2014; l’indeducibilità dell’80% dell’IMU ai fini IRES/IRPEF; l’indeducibilità totale dell’IMU ai fini IRAP; l’indeducibilità ai fini IRES, IRPEF ed IRAP del valore del suolo/terreno su cui sorge l’immobile.
“Come non bastasse – chiosa Flavio Lorenzin presidente di Apindustria Confimi Vicenza - in qualche provincia d’Italia, grazie all’ultima legge di Stabilità, si è pure cominciato a pretendere il pagamento sugli impianti “imbullonati” nei capannoni”. E continua il presidente: “Una situazione surreale che deve essere risolta senza se e senza ma”.
L’IMU, osservano dai vertici di Apindustria, è stata tolta per l’abitazione principale e analogo “privilegio” è stato riconosciuto dal 2014 per i fabbricati strumentali rurali, le stalle. “Viene naturale chiedersi come mai in agricoltura non si paga l’IMU, né sulle stalle né sulle mucche” dice Lorenzin “Mentre alle imprese manifatturiere si vuole ora chiedere il conto non solo sui capannoni ma pure sui macchinari imbullonati”.
Continua poi Lorenzin: “Dal territorio apprezziamo il segnale di qualche comune che ha previsto marginali riduzioni di aliquota per gli immobili utilizzati direttamente dall’imprenditore”. E conclude “Un segnale di attenzione locale che però non basta. La soluzione va risolta a livello nazionale considerando che i laboratori e i capannoni in cui operano le imprese non sono fattori speculativi ma fattori produttivi che le politiche industriali di uno Stato dovrebbero agevolare, non da tartassare”.