RITARDI NEI PAGAMENTI: LE PMI DANNO BATTAGLIA

Flavio Lorenzin (Apindustria Confimi): «Senza regole certe l'economia non riparte. Da oggi è la nostra priorità assoluta»
Una ripresa economica sostanziale passa attraverso il rispetto dei termini di pagamento: ne è convinto Flavio Lorenzin, Presidente di ApindustriaConfimi Vicenza, che fissa il contrasto agli insoluti e ai termini di pagamento troppo lunghi come la priorità assoluta delle piccole e medie imprese per i prossimi mesi. «Si tratta di un fattore cruciale – sostiene – perché quando i tempi di pagamento non vengono rispettati o risultano troppo lunghi aumenta l’esposizione finanziaria e di conseguenza il rischio di impresa per le nostre aziende e le banche si rendono sempre meno disponibili a sostenerci in questo tipo di esposizione finanziaria. Per questo da anni invochiamo regole certe e una loro corretta applicazione, e stavolta andremo fino in fondo perché su questo non possiamo attendere ancora».

RITARDI NEI PAGAMENTI:  LE PMI DANNO BATTAGLIA
Flavio Lorenzin (Apindustria Confimi): «Senza regole certe l'economia non riparte. Da oggi è la nostra priorità assoluta»

Una ripresa economica sostanziale passa attraverso il rispetto dei termini di pagamento: ne è convinto Flavio Lorenzin, Presidente di ApindustriaConfimi Vicenza, che fissa il contrasto agli insoluti e ai termini di pagamento troppo lunghi come la priorità assoluta delle piccole e medie imprese per i prossimi mesi. «Si tratta di un fattore cruciale – sostiene – perché quando i tempi di pagamento non vengono rispettati o risultano troppo lunghi aumenta l’esposizione finanziaria e di conseguenza il rischio di impresa per le nostre aziende e le banche si rendono sempre meno disponibili a sostenerci in questo tipo di esposizione finanziaria. Per questo da anni invochiamo regole certe e una loro corretta applicazione, e stavolta andremo fino in fondo perché su questo non possiamo attendere ancora».

Secondo Lorenzin la mano morbida nei confronti di chi non salda i debiti si abbatte in particolare sulle piccole e medie imprese, che vengono così limitate nel loro ruolo di traino per l'economia: «In caso di insoluti le banche penalizzano chi non ha introitato i soldi anziché chi non paga, e già di per sé questo è assurdo. Poi c'è lo Stato, che con l’attuale normativa su fallimenti e concordati, in nome di utopistici salvataggi di aziende e posti di lavoro, non aiuta chi agisce correttamente e tenta in mezzo a mille difficoltà di portare avanti correttamente la propria azienda , bensì chi non pagatalvolta anche in malafede, ben sapendo di non andare incontro a pesanti conseguenze».

Il rappresentante delle Pmi ricorda allora una normativa europea sui pagamenti che obbliga il saldo delle forniture al massimo entro 60 giorni e che due anni fa venne recepita anche dall'Italia, normache ha portato anche a buoni risultati soprattutto rispetto ai pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, che nella maggior parte dei casi oggi, e soprattutto in relazione ai nuovi debiti contratti, paga le imprese in un arco di tempo che va dai 30 ai 60 giorni. Il vero problema restano invece i pagamenti tra privati: «Inizialmente la norma europea prevedeva pagamenti obbligatoriamente in questi termini anche tra aziende private, ma su spinta dell'Italia e delle sue lobby delle grandi industrie – attacca Lorenzin – è stato aggiunto il passaggio che di fatto prevedendo la possibilità di “accordi diversi” ha determinato la totale inefficienza della norma. Questo aggiustamento scellerato è bastato per far saltare l'obbligatorietà del rispetto dei termini di pagamento, e consentire alle grandi imprese di continuare a usare come banche le nostre Pmi, molte delle quali negli ultimi anni sono morte di crediti». Un esempio arriva dal mercato delle automobili, dove le grandi aziende costruttrici consegnano i loro prodotti soltanto a pagamento avvenuto da parte del cliente o del suo finanziatore, mentre loro pagano spesso 180 giorni e oltre i rispettivi fornitori di accessori e componentistica, che sono per lo più imprese di piccole o medie dimensioni.

Tutto questo, secondo il Presidente di ApindustriaConfimi Vicenza, mette un freno ad una vera e strutturata ripresa economica, quella che stiamo vivendo in questi ultimi mesi è soltanto frutto del deprezzamento dell'Euro rispetto al dollaro e coinvolge prevalentemente le aziende che esportano: «Potremo dirci in fase di ripresa economica soltanto con la ripartenza del mercato internoe questo passa obbligatoriamente anche attraverso la possibilità delle aziende di avere una struttura economico finanziaria adeguata – conclude Lorenzin – e questo non sarà possibile finché non verrà risolveranno il problema dei termini di pagamento. Da sempre come associazione territoriale e confederazione nazionalesiamo impegnati su questo fronte, ma già da oggi abbiamo iniziatounconfronto ancora più serrato con la politica a livello nazionale e locale per arrivare quanto prima ad una svolta decisiva su un tema ormai non più rinviabile.