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PAYBACK, CONFIMI SANITÀ: ALLE REGIONI IL DESTINO DELLE PMI

Pulin: “Entro settembre pagamento del debito per le imprese fornitrici di dispositivi medici: senza correttivi, si rischia la crisi della filiera”

Roma, 5 agosto 2025 – “Ringraziamo il Governo per l’impegno dimostrato, ma senza l’inserimento di una soglia di esenzione né una dilazione dei pagamenti oggi si è lasciata alle singole Regioni la decisione sul futuro delle piccole aziende che assicurano i servizi essenziali al Servizio sanitario nazionale”. Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità, commenta così l’approvazione della Camera del decreto Economia in materia di payback.

Per salvaguardare l’intera filiera sanitaria dei dispositivi medici “era auspicabile una soglia di esenzione a 4 milioni per le piccole e medie imprese: un ‘salva Pmi’ che non prevedeva un aggravio della spesa pubblica, ma, al contrario, una partecipazione proporzionale alle spese in base al fatturato delle aziende”, spiega Pulin.

Come già accaduto, in Consiglio dei ministri e al Senato, il decreto approvato dalla Camera non tiene conto delle richieste ufficiali depositate da tutto il comparto, discusse durante i tavoli convocati dai ministeri dell’Economia e delle Finanze e della Salute con la Conferenza delle Regioni.

Sono proprio le Regioni a dover ricalcolare gli importi dovuti in base al nuovo provvedimento approvato.  “Un contenzioso che quindi non è risolto ma si complica: ad oggi infatti si obbligano le aziende a dover estinguere i propri debiti calcolati in base a regole diverse (Iva inclusa e senza sconto del 75%) entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge”, chiarisce Pulin.

La soluzione per salvare l’intera filiera è quindi in mano “alle Regioni che avranno la responsabilità di poter modificare il tessuto imprenditoriale locale e mettere a rischio l’intera struttura sociale dei territori”.

Per Confimi Sanità, è necessario subito “un tavolo con le parti coinvolte, ministeri, Regioni e imprese, per definire le modalità operative su tutto il territorio: il calcolo delle quote dovute, la valutazione di dilazioni e piani di compensazione per evitare che le aziende siano costrette alla chiusura”.

Le piccole imprese non possono pagare il prezzo di un meccanismo sbagliato: “Se nessuno interverrà”, conclude Pulin, “entro settembre assisteremo al collasso di centinaia di Pmi. E a rimetterci sarà tutto il Sistema sanitario nazionale”.


UFFICIO STAMPA
CONFIMI INDUSTRIA

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