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I “DIECI COMANDAMENTI” per il futuro governo nazionale

Vicenza, 5 aprile 2006

COMUNICATO STAMPA
APINDUSTRIA VICENZA

I “DIECI COMANDAMENTI” PER IL FUTURO GOVERNO NAZIONALE

Apindustria Vicenza ha consegnato a tutte le segreterie politiche nazionali un documento con le priorità e le questioni fondamentali per la piccola e media industria italiana.

“La piccola e media industria è il cardine dell’economia italiana. Chiediamo al futuro Governo nazionale che finalmente presti la giusta attenzione a questo sistema produttivo-industriale, attuando una politica seria, basata su regole precise e valide per tutti, attuata attraverso interventi tempestivi che dimostrino lungimiranza e capacità di programmazione e sviluppo”.   

Così Sergio Dalla Verde, presidente di Apindustria Vicenza, introduce il documento contenente le istanze delle PMI, consegnato in questi giorni alle segreterie politiche nazionali.   

“Dieci fondamentali questioni, qui riassunte per punti, che riguardano il futuro concreto della piccola e media industria e quindi della nostra stessa società. Perché, è bene ricordarlo, la nostra economia si fonda sulla dinamicità, l’intraprendenza e la reattività della piccola e media industria manifatturiera, che, da sola, ha saputo rinnovarsi e attrezzarsi per le sfide del mercato globale, ma deve essere messa finalmente al centro di rigorose politiche economiche nazionali ed europee”.

UNA FISCALITÀ  PIU’  EQUA

Le difficoltà dell’attuale momento economico mettono ancor più a nudo l’esigenza da noi segnalata di una fiscalità più equa, seria, inserita in una logica di politica economica e non utilizzata solo come mera fonte di gettito attraverso provvedimenti “tampone”. Chiediamo, pertanto, che si arrivi alla formulazione di una politica fiscale che utilizzi la leva tributaria nell’ambito di Piani di Sviluppo Industriale articolati e con precisi obiettivi di crescita.

STOP ALL’IRAP

Il prossimo Governo dovrà, come massima priorità, mettere mano alla modifica o, meglio, alla cancellazione dell’IRAP che grava sul costo del lavoro e colpisce le aziende anche quando chiudono in perdita.

“RISTUDIARE” GLI STUDI DI SETTORE

In merito agli Studi di Settore abbiamo rilevato, da nostre ricerche interne, che la situazione è sempre più allarmante: se non vi saranno, a breve, gli opportuni correttivi all’attuale meccanismo di calcolo (che tengano conto della grave congiuntura di questi anni), gli Studi di Settore arrecheranno ingenti danni al sistema produttivo delle PMI.  Sarebbe auspicale almeno il ritorno al sistema originario che prevedeva l’utilizzo di questi sistemi sono per alcune fattispecie di aziende.

MENO BUROCRAZIA

Ancora molto resta da fare su questo fronte: manca un effettivo Piano di semplificazione e sburocratizzazione dell’intero Sistema Economico Nazionale, oltre che del Sistema Fiscale in senso stretto. La complessità amministrativa si manifesta sia a livello statale sia a livello della singola impresa, che dissipa larga parte delle proprie risorse in adempimenti inutili, superati o, addirittura, per fornire informazioni o documenti che le Amministrazioni, in generale, non sono in grado di utilizzare.

PIU’ FINANZA INNOVATIVA

Alle nostre aziende, che sempre di più si muovono sullo scacchiere dei mercati internazionali in aperta competizione con i grandi player, servono strumenti finanziari innovativi e a misura di PMI.  Chiediamo una maggior attenzione, condivisa da tutto il sistema economico, politico e finanziario per attuare concrete misure in grado di migliorare ed incentivare la trasparenza dei bilanci, favorire la capitalizzazione delle imprese, promuovere lo sviluppo di strumenti di partecipazione nel capitale di rischio delle PMI anche per importi oggi giudicati non “interessanti”.

AL CENTRO L’INNOVAZIONE E LA RICERCA

La leva dell’innovazione tecnologica è strategica per tutte le aziende che hanno puntato sul valore aggiunto. Per le PMI è fondamentale sviluppare politiche e strumenti di trasferimento tecnologico. Il Governo deve contribuire in modo mirato con incentivazioni per l’introduzione in azienda di tutti quegli interventi che costituiscono le necessarie premesse per l’avvio dei processi di innovazione: metodiche organizzative e commerciali  innovative, certificazioni,...

PIU’ ENERGIA A COSTI MINORI

Nel nostro Paese perdura una totale assenza di programmazione di  politica energetica e una vera liberalizzazione del mercato.

Chiediamo che, con la massima urgenza, si lavori per l’individuazione di un realistico, credibile, lungimirante e vincolante nuovo Piano Energetico Nazionale articolato su prospettive di breve / medio / lungo termine.

MADE IN   ITALY E MERCATO GLOBALE

E’ indispensabile salvaguardare a livello comunitario la definizione “Made in Italy” che costituisce, per la piccola e media industria, un fattore promozionale imprescindibile ed intrinseco. Per le PMI e i loro prodotti il vero punto di forza è e resta l’indicazione di origine.

Chiediamo, inoltre, che il futuro governo nazionale si impegni a livello europeo perché l’etichettatura sull’origine delle merci diventi realtà; chiediamo, inoltre, che si crei un adeguato sistema di controlli sui prodotti che entrano in Europa, perché arrivino nel nostro mercato solo merci prodotte nel totale rispetto delle normative europee.

E’ altresì indispensabile, per agevolare le esportazioni, arrivare alla eliminazione delle barriere tariffarie che gravano sui prodotti europei al momento dell’importazione in paesi terzi o, quanto meno, negoziare dazi inferiori e su base reciproca. 

LAVORO E IMMIGRAZIONE

Sono tre i temi da affrontare con la massima priorità. 

La “questione previdenziale”: il rinvio al 2008 deve essere utilizzato per trovare adeguate compensazioni ai sacrifici richiesti alle imprese, in particolare quelle piccole e medie, che dovranno far fronte contemporaneamente alla devoluzione del tfr e all’applicazione di Basilea 2.

La “questione dell’immigrazione”: il nostro è uno dei Paesi più in difficoltà nel far fronte all’immigrazione irregolare. E’ pertanto necessario superare una volta per tutte la logica della “regolarizzazione a posteriori” e adottare una politica che privilegi la vera integrazione dei lavoratori immigrati.

La questione del “mercato del lavoro”: la legge Biagi, sebbene perfettibile, ha rappresentato una fondamentale inversione di tendenza rispetto alla rigidità che connotava le precedenti tipologie contrattuali. Ricordiamo, inoltre, che almeno metà della legge Biagi è ancora lontana dall’essere attuata ed è, paradossalmente, la parte più importante.

E’ altresì prioritario porre mano all’abbassamento e al riequilibrio degli oneri contributivi ed amministrativi per le aziende.

RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA

La Responsabilità Sociale d’Impresa è  la vera strada per la creazione di quel bene intangibile quanto  prezioso che si traduce in “valore aggiunto”, per l’impresa, i collaboratori, il territorio e il contesto esterno.

Il nostro Paese deve formulare una politica in grado di salvaguardare il sistema delle piccole e medie imprese consentendo loro di raggiungere la “qualità totale”, che richiede la Responsabilità Sociale, attraverso concrete agevolazioni a favore delle aziende “socialmente responsabili”, poichè agire in questo modo rappresenta una diminuzione del cosiddetto “rischio azienda” per tutti gli stakeholders coinvolti. 

 

 

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