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Assemblea Pubblica 2007: LE ECCELLENZE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Vicenza, 18 giugno 2007

Assemblea Pubblica 2007 di Apindustria Vicenza
 

LE ECCELLENZE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
 
Un momento di riflessione sul ruolo e le prospettive delle PMI nel sistema-Paese, alla presenza di rappresentanti del mondo politico e universitario nazionale  
C’era una volta il “miracolo del Nordest”, dove “piccolo” era anche “bello”. Una storia di sviluppo economico impetuoso, capace di trasformare un’area economicamente depressa in una zona con un tasso di disoccupazione praticamente nullo e una forte proiezione all’internazionalizzazione. Poi qualcosa è cambiato: quello stesso modello è sembrato andare improvvisamente in crisi, salvo mostrare segnali di ripresa nell’ultimo periodo. Di qui l’interrogativo di fondo: il modello imprenditoriale basato sulla piccola e media impresa, per anni il punto di forza del Nord Est, è ancora vincente? Questo quesito, dai risvolti sociali ed economici fondamentali, e non solo per il vicentino e il Nord Est, è stato il tema di fondo dell’Assemblea Pubblica di Apindustria Vicenza, dal titolo “Le eccellenze delle PMI: crescere e prosperare nella complessità del sistema paese”, in programma oggi (lunedì 18 giugno, ndr.) presso il Centro Congressi del Vergilius Hotel, a Creazzo (V). Un evento destinato ad avere una grande risonanza sia per l’importanza del tema affrontato, sia per il rilievo dei relatori presenti. 


I relatori

Su questo tema, infatti, si confrontano secondo la formula avvincente del talk-show il Sen. Enrico Morando, Presidente della Commissione Bilancio del Senato, l’Eurodeputato Renato Brunetta, Vicepresidente Commissione Industria del Parlamento Europeo, il Prof. Domenico De Masi, Ordinario di Sociologia del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma, Paolo Galassi, Presidente di Confapi nazionale e Monica Galvanin, Presidente di Confapi Veneto. Moderatore d’eccezione, Giovanni De Luca, direttore Rai della sede regionale per il Veneto. 


Il tema

Ad aprire i lavori è la relazione di Sergio Dalla Verde, Presidente di Apindustria Vicenza, che spiega così il tema proposto: «Il titolo dell’evento - Le eccellenze delle PMI: crescere e prosperare nella complessità del sistema paese - contiene già il seme del programma che vede impegnata Apindustria a livello provinciale e nazionale. Negli anni d’oro lo slogan era piccolo è bello: oggi, di fronte alla complessità sempre crescente della sfida dei mercati, questo è difficile da sostenere, ma fortunatamente possiamo dire che piccolo è eccellente». L’eccellenza della piccola e media impresa diventa quindi la chiave della competitività sui mercati internazionali, la qualità che le consente di sconfiggere la concorrenza del Far East, affermandosi in quelle nicchie di mercato in grado di riconoscere premiare i prodotti e servizi a maggiore valore aggiunto. 


I dati

I numeri, del resto, confermano questa capacità, grazie alla quale le piccole e medie imprese italiane svolgono un ruolo centrale nel sistema economico nazionale. In Italia infatti le PMI, cioè le aziende con meno di 250 dipendenti, sono il 99,8 % del totale, quindi solo lo 0,2% sono grandi industrie. E di questo 99,8%, il 98,7% hanno meno di 50 dipendenti; il 95% hanno meno di 10 dipendenti.E le PMI hanno un’importanza strategica anche per l’occupazione: dei lavoratori dell’industria, circa l’82% sono occupati nelle PMI, quando in Europa la media è del 50%, con Spagna al 64% e Germania al 46%.

Forte di questa presenza radicata, le PMI producono il 58% del fatturato dell’industria italiana. Più in dettaglio secondo l’ultima indagine del CENSIS le aziende con più di 20 addetti – che rappresentano solo il 4% del totale delle PMI – producono da sole i due terzi del PIL di tutte le PMI, ovverosia il 37% del valore aggiunto nazionale. E questo contro il 26% delle grandi imprese (con oltre 250 addetti) che rappresentano il restante 42% del fatturato dell’industria italiana).

La soglia dei 20 addetti pare, quindi, una sorta di spartiacque: chi ha più di 20 addetti è più efficiente e produttivo: si devono quindi creare le condizioni per aiutare a superare questa soglia.Anche sul fronte dell’export le PMI italiane sono protagoniste assolute: il 92% degli esportatori del nostro paese è costituito da piccole e medie imprese e nel 2006 l’export delle PMI italiane è cresciuto di un +2% rispetto al 2005 (con valori ancor più alti nel Nordest).  «Tutto questo significa – prosegue Dalla Verde – che le eccellenze ci sono, perché se le PMI riescono ad esportare e a mantenere una posizione di competitività sui mercati internazionali vuol dire che si sono ristrutturate, che fanno ricerca, che fanno marketing. Ma, ribadisco, piccolo da solo non è più bello, perché le PMI da sole sono fragili, e per crescere devono aggregarsi, fare sistema. Di qui l’importanza dell’Associazione, come struttura di riferimento alla quale affidarsi per le più diverse esigenze, dall’informazione alla formazione, dalla consulenza al sostegno per l’internazionalizzazione».
 

Gli ostacoli da superare

Del resto gli ostacoli alla crescita delle PMI non mancano in Italia, alcuni per i limiti tipici di una realtà imprenditoriale medio-piccola, molti per l’arretratezza del sistema-Paese. E se i primi si possono superare attraverso l’Associazionismo e la capacità di stringere alleanze strategiche, spetta alle Istituzioni, nei diversi livelli, fare il salto di qualità per i rimuovere alcuni limiti fortemente penalizzanti.L’Assemblea Pubblica di Apindustria Vicenza è quindi anche l’occasione per riflettere, con un punto di vista locale e nazionale allo stesso tempo, sui problemi che oggi affliggono maggiormente le PMI e sulle riforme oggi indispensabili per consentire alla parte più numerosa e rilevante del sistema industriale italiano di continuare ad essere competitiva. «Le PMI e quindi, visti i numeri, il sistema industriale italiano, sono fragili - spiega Dalla Verde - Devono crescere non solo in eccellenza, ma anche in dimensione e potenzialità. E non si consolida il nostro sistema industriale sostenendo solamente lo 0,2% di grande industria e adottando lessici, soprattutto in questo ultimo anno, irriverenti nei confronti dell’altro 99%! I governi, le istituzioni, le forze sociali devono guardare con grande obiettività questa realtà dell’industria italiana ed adottare un approccio costruttivo. Quello che i nostri imprenditori potevano fare con le proprie forze lo hanno già fatto: nonostante il sistema paese, cioè nonostante l’insufficienza delle infrastrutture, una fiscalità bizantina che soffoca le aziende più virtuose, nonostante il difficile dialogo con le università e gli istituti di ricerca, nonostante il debole supporto all’export, nonostante la concorrenza sleale. Per consolidare lo sviluppo dell’Italia, noi temiamo che il solo imprenditore non basti più, serve anche il sistema paese, servono non contributi ma riforme». Di qui la necessità di implementare quanto prima un sistema fiscale più equo, ma anche una rete di servizi di sostegno all’internazionalizzazione che sia anche a misura delle piccole e medie imprese, ponendo fine nel contempo agli sprechi e alle sovrapposizioni attuali. E ancora, occorrono regole chiare sull’importazione dei prodotti, ponendo fine al fenomeno della concorrenza sleale, dando concretezza al principio di reciprocità e garantendo che i prodotti importanti rispettino le normative nazionali in materia di qualità e responsabilità sociale. Per dare concretezza e continuità all’esigenza di innovazione, invece, occorre creare le condizioni per un dialogo proficuo tra il mondo dell’università e della ricerca e le imprese. Ultimo, fondamentale ambito nel quale è forte l’esigenza di una riforma è il mondo del lavoro, per il quale le PMI chiedono una maggiore flessibilità, al fine di rispondere alle richieste di un mercato che pretende una capacità di risposta sempre più rapida agli ordini, ma anche una struttura normativa che favorisca l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro dando loro maggiori tutele ed eliminando alcuni abusi e distorsioni, a fronte però di una maggiore mobilità in uscita. 

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Ufficio Stampa Apindustria Vicenza 
Raffaella M. Sgueglia
APINDUSTRIA VICENZA - Relazioni esterne e comunicazione
Tel: 0444-232230 - Fax: 0444-960835 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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