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LA FINANZIARIA 2008 PENALIZZA LE PMI CHE INVESTONO

Comunicato stampa, 7 novembre 2007

LA FINANZIARIA 2008 PENALIZZA LE PMI CHE INVESTONO

 


Un'analisi di Apindustria Vicenza su un campione di 100 bilanci di imprese venete, dimostra le conseguenze negative del nuovo criterio di calcolo della deducibilità degli interessi passivi


Il disegno di legge concernente la Manovra Finanziaria 2008 introduce, per le società di capitali, un nuovo criterio di deduzione degli interessi passivi che rischia di avere un impatto fortemente negativo per le PMI. La nuova norma, infatti, prevede la deducibilità nell'esercizio per gli interessi passivi eccedenti quelli attivi, entro il limite del 30% del MOL (Margine operativo lordo dell'impresa, ovverosia il margine prodotto esclusi gli ammortamenti e la gestione finanziaria) ed il riporto ad annualità successive dell'ulteriore eccedenza.


«Secondo un'analisi svolta dall'Ufficio fiscale della nostra Associazione, sui bilanci di 100 imprese venete - afferma Sergio Dalla verde, presidente di Apindustria Vicenza - una percentuale estremamente elevata, pari al 69% del campione, risulterebbe penalizzata dalla nuova norma di indeducibilità, per un ammontare medio - in valore assoluto - pari a quasi 8.000 euro ciascuna».

«La nostra ricerca rileva che gli interessi passivi hanno una incidenza sul MOL ben superiore alla soglia di indeducibilità del 30% introdotta dalla nuova norma. Le PMI risultano, quidi, danneggiate dal provvedimento, con una quota media di interessi non deducibili pari al 34% del valore degli oneri finanziari, ma che può raggiungere anche punte del 60%. Ad essere penalizzate saranno soprattutto le imprese che si sono indebitate per poter investire, oltre a quelle che, a causa dei parametri di Basilea 2, hanno un costo dell'indebitamento elevato».


«E' evidente - prosegue Dalla Verde - che le aziende fortemente indebitate, anche alla luce del progressivo aumento dei tassi di interesse, usciranno ulteriormente compromesse. Ed è altrettanto evidente che, se lo scopo della disposizione è spingere le imprese italiane verso la ricapitalizzazione ed il consolidamento della loro posizione finanziaria, ciò non sempre è facilmente ottenibile da strutture organizzative medio-piccole, che hanno oggettive difficoltà ed in taluni sono del tutto impossibilitate a realizzare operazioni di finanza straordinaria o di capitalizzazione attraverso il ricorso al mercato. Imprese medio-piccole che, lo vogliamo sottolineare, costituiscono il 97% del sistema produttivo italiano».


«Abbiamo sempre chiesto la modifica dei criteri della deducibilità degli interessi passivi ma non è questo il modo di attuarla - conclude il presidente di Apindustria Vicenza - perché questo è un sistema peggiorativo. Il legislatore fiscale, infatti, non considera che la sottocapitalizzazione finanziaria che caratterizza le piccole e medie imprese italiane è storica e richiede incentivi e non penalizzazioni per ottenere un miglioramento nelle strutture finanziarie delle imprese. Ma la cosa più grave è che il nuovo criterio disincentiva dall'investire chi sta valutando di farlo, mentre chi ha già investito, e si è indebitato, si troverà svantaggiato senza aver potuto pianificare tale conseguenza negativa».

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Ufficio Stampa

Raffaella M. Sgueglia

APINDUSTRIA VICENZA - Relazioni esterne e comunicazione

Tel: 0444-232230 - Fax: 0444-960835 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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