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APINDUSTRIA VICENZA ha presentato oggi un'innovativa proposta di legge

LA SOLUZIONE A FAVORE DELLE AZIENDE PER AVERE
PAGAMENTI IN TEMPI CERTI


Alla presenza delle forze politiche ed economiche, illustrato il disegno di legge bipartisan. Parte da Vicenza l'appello per fare fronte comune sul problema denunciato dalle PMI

«Da oltre un anno - afferma Filippo De Marchi, Presidente di Apindustria Vicenza - abbiamo attivato al nostro interno un tavolo di lavoro condotto dal Vice Presidente Enrico Dall'Osto che ha lavorato con l'obiettivo di definire una soluzione al problema dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali che, per le PMI del nostro Paese, rappresenta una situazione di straordinaria gravità. Oltre ad incidere negativamente sull'attività delle singole imprese, in particolare quelle di minori dimensioni, il problema dei ritardi di pagamento, potrebbe pregiudicare la stessa sopravvivenza dell'intero sistema della Piccola e Media Impresa, già penalizzato dalla sfavorevole congiuntura economica e dal razionamento del credito.



Da una rilevazione da noi condotta a livello regionale, i dati in nostro possesso attestano la diffusa criticità relativa ai pagamenti, sia nei termini concordati, che si collocano in una forcella che oscilla dai 60-90 giorni ai 90-120, sia nei ritardi ad ottenere il pagamento a fronte di beni e servizi resi, che si aggirano su una media di oltre 43 giorni, incrementando in maniera esponenziale la "duration", vale a dire il lasso temporale in cui si verifica il pagamento effettivo del credito. E' chiaro che oltrepassato il limite accettabile di ritardo l'imprenditore non è più in grado di fare la sua attività, ma funge sostanzialmente da finanziatore, principalmente della grande industria e solo in maniera del tutto irrilevante, circa il 3%, della P.A.



Purtroppo il confronto con gli altri paesi europei, anche su questo versante, ci vede fortemente penalizzati, soprattutto a causa del recepimento dell'apposita Direttiva Comunitaria (2000/35/CEE) nella legislazione interna, avvenuto con il D. Lgs 231/2002, le cui norme, prevedendo la possibilità di derogare ai termini massimi di pagamento, hanno reso nei fatti del tutto inefficace il provvedimento, come testimoniato dalla situazione in cui versa il sistema dei pagamenti nel nostro Paese, caratterizzato addirittura, in tempi recenti, da un trend negativo che ci ha trascinati da terzultimo ad ultimo nella lista dei cattivi pagatori in Europa.



Anche la recente rivisitazione della normativa Europea, definisce dei tempi precisi alla pubblica amministrazione, normando anche l'eventuale penale da pagare, ma pur ribadendo la stessa necessità nei rapporti tra aziende, lascia ancora una volta la libertà di pattuire tra le parti una diversa condizione purché non manifestamente "iniqua". E' fondamentale, invece, che il termine di pagamento possa essere oggetto di trattativa commerciale solo nell'ambito di limiti tassativi ed inderogabili stabiliti dalla legge, al fine di poterlo riportare a termini ragionevoli, come avviene nei principali paesi Europei. E' necessario quindi affrontare la questione in maniera radicale, come fatto da Francia e Spagna le quali, anche loro alle prese con lo stesso problema, hanno considerando urgente la rapida soluzione viste le implicazioni  per il futuro del tessuto economico-produttivo del loro Paese.



Apindustria Vicenza, con il sostegno dei Parlamentari Vicentini, ha quindi promosso lo studio e la redazione di un preciso Disegno di Legge, che è stato fatto proprio dall'On Manuela Dal Lago ed è stato portato all'attenzione della Commissione Attività Produttive dalla medesima presieduta alla Camera.







La nostra proposta trae spunto dal modello francese, la cui efficacia è stata provata nei fatti fin dall'introduzione del provvedimento, opportunamente calata nel contesto giuridico nazionale e prevede la fissazione per legge di termini tassativi di pagamento, stabiliti in 45 giorni od, al massimo, 60 giorni dalla fornitura di beni e servizi. L'elaborato, inoltre, introduce anche un elemento di assoluta originalità, volto a superare la lentezza e la conseguente inefficacia della giustizia civile nel recupero dei crediti non pagati. Trattasi di particolare strumento giuridico che si affianca e non sostituisce la giustizia civile, che prevede la possibilità di recuperare i crediti attraverso "delegazione di pagamento" alla Camera di Commercio, che gode dell'istituto della riscossione coattiva, tramite cartella esattoriale, cui si affianca, a regime, un finanziamento dell'impresa creditrice attraverso apposito Fondo rotativo.



Auspichiamo - conclude il Presidente - che questa nostra proposta possa trovare, oltre alla giusta accoglienza del Parlamento, la massima condivisione delle forze economiche perché dall'approvazione di questa normativa potrebbero conseguire benefici non trascurabili per la nostra PMI, quali, ad esempio: la riduzione dell'esposizione del fornitore nei confronti dei clienti e dei potenziali rischi connessi; una maggior trasparenza dei bilanci perché si ridurrebbero le partite relative a crediti vs. clienti e debiti vs. fornitori; l'accesso agli strumenti previsti dalla legge alle sole aziende che rispettano gli accordi contrattuali con i propri fornitori e clienti: non vengono effettuate scelte "a pioggia" o sulla base di parametri dimensionali. Il metro di valutazione quindi è il rispetto degli accordi contrattuali da parte dell'azienda; inoltre, la sensibile riduzione del rischio d'insolvenza nelle imprese sane e conseguente miglioramento del merito di credito nei confronti degli istituti finanziari e da ultimo la possibilità di liberare risorse aziendali, spostandole dal "finanziamento del magazzino del cliente" alle attività core del business aziendale».

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