entry
Skip to main content

RISULTATI INDAGINE CONGIUNTURALE PRIMO SEMESTRE 2011

settembre 2011

RISULTATI INDAGINE CONGIUNTURALE PRIMO SEMESTRE 2011

È ancora una situazione di sostanziale stallo quella che emerge da una recente indagine, svolta fra gli associati di Apindustria Vicenza, relativa all'andamento delle imprese nel primo semestre dell’anno, con aziende sempre più incerte sul futuro dei mercati di riferimento e, quindi, anche sul proprio.

In tutti i settori, infatti, sia i dati di consuntivo che quelli relativi alle previsioni per il secondo semestre dell’anno in corso, rilevano la prevalenza delle risposte sulla stabilità dei vari parametri, dalla produzione (42%) al fatturato (39%), dall’occupazione (68%) alle scorte (67%). L’unica voce che vede una controtendenza, purtroppo, è quella relativa ai prezzi di acquisto, caratterizzata dal 53% delle aziende che dichiarano un continuo aumento dei costi.

Emerge così il quadro di un'economia vicentina sostenuta per lo più, nei grandi numeri, dalle esportazioni, in particolare verso le altre nazioni della comunità europea, anche se risultano in continua crescita le esportazioni verso i paese extra UE, che sembrano evidenziare - soprattutto in alcune aree del mondo - una crescita più dinamica.

Ne deriva, pertanto, una situazione in cui vengono ulteriormente ritardate le decisioni su investimenti ed occupazione, a causa, per altro, di ordini che, pur fluendo positivamente, si caratterizzano per estrema brevità e incostanza. La tendenza, oramai globalizzata, di ridurre le scorte al minimo e di richiedere forniture a misura delle produzioni in corso, comporta sempre più un’elevata flessibilità aziendale, nonché un’attenta gestione interna, così da generare un effetto domino che, a cascata, porta a sempre maggiori difficoltà nella pianificazione.

A questa tendenza dei mercati si aggiungono inoltre, per l'Italia, alcuni fattori strutturali, con un sistema che manifesta sempre più delle contraddizioni che non vedono nella politica alcun segnale di miglioramento. «Si pretende - sottolinea Filippo De Marchi, presidente di Apindustria Vicenza - che le imprese crescano di dimensione, ma la normativa fiscale e quella sul lavoro non favoriscono le dimensioni maggiori, arrivando addirittura a penalizzare le aziende che occupano dipendenti; si richiede una maggiore capitalizzazione e una maggiore spinta innovativa, ma la normativa fiscale tassa gli apporti di capitale e non favorisce l’autofinanziamento derivante dagli utili prodotti; il peso della burocrazia e i ritardi infrastrutturali generano un ulteriore fattore di penalizzazione nei confronti dei concorrenti internazionali; scelte economiche fatte esclusivamente dal mondo finanziario e monetario, con un peso sempre minore del comparto manifatturiero e, quindi, senza le capacità di individuare un piano di sviluppo industriale. Condizioni, tutte queste, che fanno sorgere il dubbio se conviene ancora mantenere le aziende in Italia o se, invece, è preferibile fare come quelli che cercano maggiore soddisfazione professionale, prestando la propria opera intellettuale all’estero. Una volta, infatti, gli emigranti erano le persone più svantaggiate che non trovavano lavoro in patria, ora sono i cervelli migliori che non trovano adeguata valorizzazione e remunerazione in Italia».

A rendere ancora più teso il clima sono anche le vicende di quest’ultimo periodo che vedono un’Italia in estrema difficoltà, con una classe politica incapace di dare al Paese quella sterzata che da tempo tutti richiedono: il via ad una riforma profonda che porti ad una vera e duratura riduzione della spesa pubblica, perché in assenza di crescita del PIL e, di conseguenza, delle entrate fiscali, tutte le manovre enunciate hanno l’effetto di abbassare la febbre, ma non di guarire dalla malattia che attanaglia il sistema italiano.

«Gli imprenditori vicentini - conclude De Marchi - finora hanno conservato le proprie aziende nel territorio, difendendole con i denti pur di continuare a lavorare e a contribuire al benessere locale, hanno continuato a sostenerle in tutti i modi e vorrebbero continuare a farlo, ma anche loro, come tutti i cittadini, vogliono la fine dei privilegi, la concorrenza leale, uno stato moderno e in grado di far ripartire una nazione che, nonostante tutto, conserva un elevatissimo potenziale».

------------------

APINDUSTRIA VICENZA - Comunicazione e Studi

Tel: 0444-232230 - Fax: 0444-960835

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

  • Creato il .
Save
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Read more
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Matomo
Accept
Decline