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Apindustria Vicenza denuncia le nuove regole fiscali sulla responsabilità solidale degli appalti

Il Presidente Flavio Lorenzin, scrive a tutti i Parlamentari d’Italia, proponendo di modificare la norma e di introdurre una procedura più equa che, anziché ostacolare, agevoli piuttosto il rispetto dei termini di pagamento fra gli operatori. E’ in questione la sopravvivenza del già fragile tessuto delle PMI che, diversamente, rischia il default totale.

Premessa

Lo scorso 12 agosto è entrato in vigore l’articolo 13-ter del decreto legge 22 giugno 2012 n.83 (cd. decreto crescita), riesumando di fatto la vecchia normativa “Visco-Bersani”, ha modificato la disciplina in materia di responsabilità fiscale nell’ambito dei contratti d’appalto e subappalto di opere e servizi.

Cosa prevede la norma

La normativa stabilisce che il committente è ora tenuto a vigilare e acquisire la documentazione che attesti il versamento all’Erario delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente e dell’imposta sul valore aggiunto dovuta allo Stato dall’appaltatore, in riferimento alle prestazioni effettuate nell’ambito del contratto. Gli stessi obblighi spettano all’appaltatore nel caso in cui utilizzi dei subappaltatori. Il tutto con facoltà, per chi deve pagare l’opera commissionata, di sospendere il pagamento , se non viene esibita la citata documentazione.

Documentazione che, secondo quanto previsto dalla stessa disposizione, può consistere anche nella asseverazione rilasciata da CAF o da professionisti abilitati (naturalmente a pagamento…) oppure da una (non meno complessa) autocertificazione con valenza penale in caso di dichiarazione falsa o mendace.

La posizione di Apindustria Vicenza

Il decreto viene giustificato  dalla necessità di combattere l’evasione fiscale, ma è lampante, evidenzia Lorenzin, “che la finalità è quella di salvaguardare a tutti i costi le entrate dovute allo Stato, che si tutela così da eventuali inadempienze fiscali, consentendo di fatto all’Erario di rivalersi sull’appaltatore, per le inadempienze del subappaltare, e sanzionare nel contempo pesantemente – da 5.000 a 200.000 euro – il committente”.  Per tutelarsi, committente e appaltatore devono quindi farsi carico di acquisire la documentazione che comprovi l’effettiva regolarità dei versamenti altrui , svolgendo una vera e propria funzione di vigilanza al posto dell’Erario.

Ma la cosa più paradossale, chiosa Lorenzin, è che “questo impianto normativo agevola chi non vuole rispettare i termini di pagamento dei corrispettivi e, al contempo, contrasta chi vorrebbe onorarli ma che si vede spinto a sospenderli, in mancanza di adeguata documentazione, per non rischiare responsabilità su eventuali inadempimenti di terzi”.

Esempio applicato: committente e appaltatore

Nel caso, per esempio, che l’appaltatore non fornisca la documentazione al committente prima del pagamento del corrispettivo dovuto, quest’ultimo diventa sanzionabile (nel caso di mancato versamento dell’Iva e delle ritenute da parte dell’appaltatore) per importi che vanno dai 5mila ai 200mila Euro: il committente si trasforma, nella pratica, in un controllore fiscale e la norma lo autorizza a sospendere il pagamento.

Esempio applicato: committente, appaltatore e subappaltatore

La questione si complica ulteriormente quando entrano in gioco i subappaltatori: fermo restando quanto indicato nell’esempio precedente, in questo caso, per l’appaltatore, la responsabilità diventa solidale.

Significa che se l’appaltatore paga il corrispettivo e il subappaltare non versa la relativa Iva e ritenute all’Erario, l’Erario potrebbe vantare diritti di riscossione nei confronti dell’appaltatore.

Anche in questo caso la norma dà titolo all’appaltatore di sospendere il pagamento se non riceve la citata documentazione. Documentazione che dovrà essere “ribaltata” anche al committente.

Le richieste di Apindustria Vicenza 

Considerata la gravità dell’attuale situazione e tenuto conto, soprattutto, del fatto che ci sono molte aziende in seria difficoltà finanziaria che per l’estrema difficoltà di riscuotere i loro crediti.

Apindustria Vicenza ha scritto a tutti i Parlamentari d’Italia chiedendo quindi di intervenire per sospendere urgentemente la norma e ha proposto, in subordine, di introdurre disposizioni che, anziché contrastare, favoriscano il rispetto dei termini di pagamento fra le parti contrattuali, limitando l’introduzione della responsabilità solidale ai soli casi in cui il debitore non paghi entro 30 giorni.  Messa in questi termini il debitore sarà portato ad onorare le scadenze, proprio per non rischiare di essere travolto da inadempienze di terzi

A dispetto del nome di cui si fregiano (crescita e sviluppo) - conclude Flavio Lorenzin - le disposizioni dei decreti stanno determinando difficoltà applicative e agevolano il blocco (legalizzato) dei pagamenti dei committenti verso l’appaltatore e degli appaltatori verso i subappaltatori. Il tutto in attesa di ricevere un’autocertificazione che, come minimo, determina un insostenibile aggravio di adempimenti burocratici.

Vicenza, 7 dicembre 2012
  • Creato il .
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