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LEGGE DI STABILITÀ PROMOSSA DALLE PMI


Ma il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin, invita alla prudenza: «È ancora una bozza, aspettiamo l'approvazione definitiva ma sul costo del lavoro serve più coraggio»
La legge di Stabilità va nella giusta direzione: parola di Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, che invita però a non abbassare la guardia e a procedere rapidamente nell'attuazione dei provvedimenti annunciati in questi giorni dal Governo.
Le piccole e medie imprese accolgono con favore in particolare la norma sul super ammortamento al 140% per gli investimenti in beni strumentali realizzati dallo scorso 15 ottobre fino al 31 dicembre del 2016: «Apprezziamo questa misura e la volontà di far valere la sua efficacia già dalla metà di questo mese – commenta Lorenzin – ma per incentivare sin da ora gli investimenti sarebbe opportuno sciogliere ogni riserva anticipando la misura con un decreto legge, anziché attendere l'approvazione della legge di Stabilità», stupisce infine che dal provvedimento siano stati esclusi i fabbricati viste le non poche difficoltà del settore edilizia.
Note positive arrivano anche dalla disattivazione delle clausole di salvaguardia di Iva e accise per il 2016, dalla proroga dei bonus in edilizia e dall'aumento a 3.000 euro della soglia minima per l'utilizzo del contante: «Sembra che finalmente si sia capita la necessità di misure significative e di semplice gestione – continua Lorenzin – temi di qui mi occupo personalmente anche sui tavoli di discussione nazionale come vicepresidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione fiscale e ai rapporti con la pubblica amministrazione».
Un plauso alla bozza sulla legge di Stabilità arriva quindi in materia di tassazione, pur con qualche riserva: «Non possiamo negare gli ottimi passi avanti. Consideriamo una questione di rispetto l'eliminazione della Tasi che come unico effetto ha avuto quello di fare impazzire uffici comunali, consulenti, Caf e cittadini – spiega – e finalmente vediamo sparire anche l'Imu sugli imbullonati, un provvedimento iniquo come lo è il persistere dell’applicazione   dell’Imu sui capannoni che dovrebbero invece essere equiparati a beni strumentali come i macchinari. Rispetto al taglio dell'aliquota Ires dal 27,5 al 24%, giudizio buono, speriamo non aumentino le indeducibilità e comunque riteniamo sarebbe stato più opportuno concentrarsi sulla progressiva e definitiva eliminazione dell'Irap.
Flavio Lorenzin conferma dunque il giudizio positivo sulla legge, ma avverte: «Fino ad oggi abbiamo solo una bozza. Auspichiamo che nel percorso di approvazione la manovra non sia svuotata dei suoi interventi positivi, che rappresentano una boccata d'ossigeno per le nostre imprese. Se lo scenario economico internazionale ci sta dando le occasioni per agguantare la ripresa economica, grazie alla salita del dollaro e alla crisi del mercato cinese che favorisce l'Europa con materie prime ed energia a costi più bassi – conclude il Presidente – speriamo altresì che il governo non perda questa occasione, portando quei provvedimenti indispensabili per garantire la spinta definitiva verso l'uscita da una lunga recessione».

LORENZIN: "SUL COSTO DEL LAVORO SERVE PIU' CORAGGIO"

Se la legge di stabilità contiene importanti segnali per le Pmi sul fronte fiscale e negli incentivi agli investimenti, il Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin, si attendeva decisamente di più rispetto alle misure che riguardano il lavoro. «È mancato un pizzico di coraggio o, per meglio dire, di voglia di scommettere sul futuro. Ultimamente, a noi imprenditori rimproverano spesso di non aver fiducia e di muoverci, di conseguenza, con eccessiva prudenza, in particolare su investimenti e assunzioni. Per questo, è stato senz’altro importante il percorso intrapreso non solo con il jobs act, ma anche con la legge di stabilità 2015, che per prima aveva reso veramente competitivo il lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ora, quel percorso non viene solo affievolito, ma soprattutto privato di prospettiva».

Il riferimento è, chiaramente, alla riduzione dell’incentivo sui nuovi contratti a tempo indeterminato, che viene fortemente decurtato: si passa dai 24.180 euro in 3 anni, previsti per le assunzioni effettuate entro quest’anno, a soli 6.500 euro in 2 anni, con una sforbiciata di quasi il 75%. Ma non è questo il principale motivo di delusione. «Mi rendo conto che sia ingenuo pensare a una riduzione strutturale del costo del lavoro di quella portata. È stato un vero e proprio elettroshock, che va bene, a condizione però di esser seguito da una terapia continuativa. Invece, ci viene data un’altra scossetta, che esaurirà il suo effetto nel 2017. Sono curioso di vedere se l’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato si confermerà anche nel 2016, perché i segnali di ripresa che abbiamo parlano ancora di un fenomeno molto debole e legato a scelte contingenti. La maggior parte delle assunzioni di quest’anno temo non derivi da investimenti, ma dall’opportunità di scongiurare possibili contenziosi, pagando un prezzo agevolato. Per rilanciare veramente il sistema, abbiamo bisogno di avere anche sul fronte dei costi, quelle certezze che il jobs act ha portato sul piano della normativa. Invece, oggi io mi trovo con il mio organico consolidato che continua sostanzialmente a costarmi, Irap a parte, come due anni fa e, in compenso, con un forte incremento dei costi, nel malaugurato caso di dover utilizzare un ammortizzatore. Confimi è stata la prima a chiedere una riforma degli ammortizzatori sociali, basata su un reale meccanismo bonus-malus, ma questo è stato realizzato solo nei titoli di testa. Il film quotidiano racconta, invece, di un pesante rincaro sulle contribuzioni addizionali che si pagano in caso di ricorso alla Cig, a fronte di un misero 0,20% di riduzione sui contributi ordinari, che si pagano tutti i mesi, proprio come una polizza obbligatoria. Se un lavoratore assunto oggi con il bonus – insiste Lorenzin – tornerà a costarmi come adesso dal 2018 sarà difficile pensare di attirare investimenti stranieri di lungo periodo e di favorire investimenti italiani. Chi investe vuole programmare a medio/lungo termine, non essere costretto a studiare ogni anno la legge di stabilità, per capire quale sarà il budget dell’anno successivo».

Nella legge di stabilità non c’è soltanto la proroga limitata del bonus assunzioni, ma anche la reintroduzione della tassazione agevolata sui premi di produttività. «Anche in questo caso, il provvedimento è sicuramente positivo - conclude il Presidente - però si sarebbe potuto fare qualcosina in più. Anni fa, proponemmo per primi di detassare gli aumenti contrattuali, per ridurre il cuneo fiscale e rilanciare i consumi interni. Rispetto a quegli anni, il cuneo oggi è addirittura superiore e non sarà certo l’eventuale introduzione di un salario minimo legale a risolvere il problema. A questo proposito, mi aspetto che il Governo sappia agire con saggezza sulla questione della rappresentatività, favorendo e recependo le intese tra i soggetti che stanno realmente al fianco di imprese e lavoratori».


Aggiornato al 26 ottobre 2015



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