Apindustria Confimi: la riesumazione integrale degli Intrastat acquisti non regge
Il pasticcio degli Intrastat. Con comunicato del 17 febbraio Agenzia Entrate, Dogane ed Istat, nelle more della conversione del mille proroghe, avevano (apprezzabilmente) precisato che “l’obbligo di trasmissione delle comunicazioni in questione permane solo a carico dei soggetti passivi Iva già tenuti alla presentazione mensile dei Modelli INTRA-2 per gli acquisti di beni” compresi gli arrivi a scopo di lavorazione, ovviamente, ma nulla, quindi, né per i trimestrali né (a prescindere dalla periodicità) per i servizi passivi. Letteralmente il testo “raffazzonato” uscito dal mille proroghe ha riesumato tutto ma è chiaro che il motivo del revirement è da ascrivere alle sole esigenze delle statistiche mensili dell’ISTAT in seno all’Eurostat. Le Entrate, infatti, hanno puntato tutto sul nuovo spesometro 2017 (questo il motivo dell’originaria abrogazione) di cui è già chiaro che saranno compresi (senza distinzioni) tanto gli acquisti intra (sia beni che servizi) quanto le operazioni black list registrate ai fini Iva. E’ ineludibile, poi, che il testo del mille proroghe debba essere rivisitato per via dei numerosi contrasti sia con altre norme nazionali che comunitarie puntualmente già evidenziati agli organi competenti (oltre che nel testo del comunicato). Nella sostanza, conclude Lorenzin, “il testo del mille proroghe non regge ed è opportuno dare continuità (per la stessa credibilità del legislatore e dell’amministrazione finanziaria) al contenuto del comunicato Ae, Ad, Istat del 17 febbraio”.
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Vicenza, 6 marzo 2017
Per completezza di seguito il comunicato stampa congiunto di Confimi Industria e Associazione Nazionale Commercialisti (ANC).
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