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Finanziaria 2005: un ritorno agli anni bui

“Ci sembra –dice Dalla Verde in un comunicato emanato dall’Ufficio stampa dell’Associazione- che il provvedimento sia in palese contraddizione con i fondamentali principi dello Statuto del Contribuente e che non presenti traccia né dell’auspicata riduzione del carico fiscale, sbandierata per mesi in maniera quasi ossessiva, né della riduzione dell’Irap, che grava quasi interamente sul sistema delle piccole e medie industrie, già bersaglio, in questa manovra, degli incrementi impositivi previsti per i contribuenti soggetti agli studi di settore”.

“Se sacrifici ci debbono essere, questi, conclude il massimo rappresentante delle piccole e medie industrie vicentine, vanno condivisi tra tutti i soggetti economici. Ora, mi attendo che sull’annunciata manovra per lo sviluppo, si riservi la medesima attenzione, questa volta in termini di incentivi, alle nostre imprese, che sempre e solo a parole continuano ad essere considerate l’asse portante del Paese”.

La presa di posizione del vertice di Apindustria Vicenza è rafforzata da una serie di considerazioni tecniche del Servizio Fiscale, secondo il quale, “stiamo assistendo ad una netta svolta che mina alla base i fragili ed embrionali progressi ottenuti nel rapporto fisco-contribuente”.

LA MANOVRA FISCALE

Nel testo del provvedimento, si legge in una nota, sono riesumati adempimenti inefficaci già abrogati da una decina di anni, quali gli elenchi clienti e fornitori, i cui dati hanno inutilmente intasato per anni gli uffici finanziari. Viene riproposto, inoltre, anche l’obbligo di trasmissione della comunicazione necessaria per l’applicazione del plafond, oltre che ai fornitori, anche all’Amministrazione, adempimento già prospettato lo scorso anno con il D.L.269/2003 ed eliminato dal testo definitivo del decreto, per manifesta inutilità, anche grazie all’intervento della nostra Associazione. Quanto detto non è, comunque, esaustivo della direzione intrapresa dal Fisco con l’attuale manovra, se non si tiene conto della prospettata introduzione di nuovi ed ulteriori procedimenti basati sul perverso meccanismo delle presunzioni, come nel caso delle locazioni, nei confronti delle quali la percezione di redditi viene presunta fino a quando il percettore non riesca a dimostrare il contrario, a sua cura ed a sue spese. Sembrerebbe, ad una prima lettura, una ammissione del totale fallimento dell’amministrazione fiscale nel suo compito di accertare il pagamento dei tributi da parte dei soggetti di imposta: non riuscendo a stanare gli evasori viene colpita la globalità dei contribuenti. La manovra, infine, si concretizza in un mascherato e generalizzato aumento delle imposte tra cui spicca, oltre al citato inasprimento degli studi di settore, lo spostamento della fiscalità dal centro alla periferia, attraverso lo sblocco degli incrementi delle addizionali che, a livello locale, non potranno che essere incrementate per supplire ai limiti introdotti alla spesa pubblica.

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