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Cina: un pericoloso concorrente o un potenziale mercato?

Importante road show in due tappe - Hong Kong e Shenzhen - per una ventina di piccole e medie industrie orafe di Apindustria Vicenza. 

Le due missioni, svoltasi rispettivamente dal primo a quattro e dal nove al dodici marzo, assumono non solo un significato commerciale (come dimostra la partecipazione alla fiera di Hong Kong) ma, soprattutto, simbolico, come invece denota il viaggio a Shenzhen. La posta in gioco è alta: trovare il modo per “trasformare” la Cina da pericolosissimo concorrente ad interessante mercato di sbocco anche per le piccole medie industrie vicentine.

“La fiera di Hong Kong, alla quale abbiamo partecipato in collettiva con l’ICE - spiega Tranquillo Loison, presidente di Unionorafi Apindustria Vicenza – sta dimostrando di essere un interessante appuntamento per le nostre imprese, sempre più attente a considerare strategica la presenza in fiere alternative alla nostra, che costituiscono l’unica porta d’ingresso in mercati altrimenti ritenuti impossibili. Il primo impatto è stato positivo: per questo, saremo presenti alle edizioni di giugno e di settembre, nonché a marzo 2006”.

“Stimolanti anche gli eventi collaterali organizzati dall’ICE di Hong Kong - sottolinea Loison - come la serata di gala, a cui hanno partecipato soprattutto importatori e potenziali clienti, durante la quale hanno sfilato le creazioni delle aziende che esponevano in fiera. Sono operazioni come queste, che puntano sull’immagine, a costituire ottimi strumenti per promuovere la bellezza e lo stile del “Made in Italy”.

Se Hong Kong è una città internazionale con un’impronta fortemente occidentale, completamente diverso è stato l’impatto vissuto dalla delegazione di imprenditori che ha proseguito il viaggio per Shenzhen, partecipando alla fiera con stand singoli e collettivi.

“Shenzhen è un altro volto della Cina – ha spiegato Angelo Ragusa, presidente di Gold&Silver Api Group – una città in forte crescita, che presenta ancora notevoli difficoltà di comunicazione, numerosi ostacoli e lungaggini burocratiche per le importazioni, scarsità di referenti locali qualificati. Abbiamo registrato un vivo interesse per i nostri modelli di campionario….ma allo stato attuale, temo che la Cina, per le aziende orafe di piccole e medie dimensioni senza brand, più che un potenziale mercato, possa essere un pericoloso concorrente. Non abbiamo, tuttavia, nessuna intenzione di arrenderci e, per questo, stiamo studiando una formula di  workshop particolare, che prevede una selezione molto rigorosa dei partners da invitare, per poterci collocare su una fascia alta di clientela ”.

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