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PMI più competitive grazie alla cultura della sostenibilità

Insieme alla digitalizzazione, la sostenibilità ambientale è universalmente riconosciuta come uno dei principali fattori strategici di competitività, oggi e a maggior ragione in futuro.
Un concetto, questo, che vale per le singole aziende così come per intere filiere produttive e sistemi territoriali. Una vera e propria rivoluzione che naturalmente beneficia delle continue innovazioni di prodotto e di processo, ma che necessita a monte di un cambiamento innanzitutto culturale. «Occorre comprendere che la sostenibilità non è un costo per le aziende, ma un’opportunità - sottolinea Mariano Rigotto, presidente di Confimi Apindustria Vicenza -. In realtà questo concetto è molto vicino alle PMI, perché per definizione queste operano all’interno di un tessuto non solo economico ma anche sociale nel quale hanno profonde radici, fanno parte della comunità, e questo implica anche avere cura delle risorse, non solo ambientali, che per definizione sono della collettività. La sostenibilità deve però far parte degli strumenti concettuali di tutti gli imprenditori e i manager, di oggi e soprattutto di domani: per questo motivo attraverso il Centro Api Servizi SB abbiamo investito in uno strumento fortemente innovativo che non ha eguali in Italia».

Si tratta di un “business game”, un sofisticato simulatore di scenari attraverso il quale imprenditori e manager (ma anche studenti degli istituti superiori e universitari) possono simulare e dunque comprendere meglio le ricadute di determinate scelte aziendali sulla competitività e redditività d’impresa. Generalmente questo è uno strumento utilizzato dalle business school con un costo di partecipazione non indifferente, ma Apindustria Confimi Vicenza per il tramite del proprio braccio operativo Centro Api Servizi SB, ha voluto rendere accessibile questa metodologia di formazione ad una platea la più ampia possibile e utilizzarla per promuovere in particolare gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Il tutto grazie ad un investimento di circa 30 mila euro, cofinanziato per il 40% dalla Camera di Commercio di Vicenza e per il rimanente dal Centro Servizi e da un gruppo di sponsor particolarmente sensibili al tema: Anthea, Automatismi Benincà, Euro Informatica, Focus Lab SB, Leodari Pubblicità, Mixa, Zordan SB.

Lo scenario

Un progetto nel quale l’Associazione e Centro Api Servizi SB credono molto, anche perché da una parte i mercati, dall’altra i legislatori spingono con sempre maggiore forza in questa direzione: «Al di là delle mode e del greenwashing - commenta Maurizio Zordan, Presidente del Centro Api Servizi SB - esistono già normative cogenti per le società quotate e le grandi aziende sulla rendicontazione non finanziaria, e seguendo anche le ultime direttive europee questa obbligatorietà è destinata ad estendersi anche alle medie aziende, mentre le piccole imprese saranno comunque coinvolte indirettamente per le logiche di filiera. E questa non sarà una tendenza di breve durata, al contrario vista l'entità delle problematiche sociali e ambientali è facile immaginare che nei prossimi 10-20 anni il mondo delle imprese sarà sempre più coinvolto anche in questi aspetti».

Un vero e proprio cambio di paradigma. «L'obiettivo - prosegue Zordan - è far capire che iniziative legate ad un approccio etico all'attività di impresa, che potrebbero sembrare solo di “immagine”, oggi sono diventate strumenti di competitività e dunque sono vantaggiose per l’azienda già nel medio periodo. Ecco, il business game aiuta a capire che certe scelte vanno valutate non solo e non tanto nel breve termine, ma con un orizzonte temporale un po' più ampio. Pensiamo ad esempio alle difficoltà e ai costi legati ad un turnover molto elevato: in questa prospettiva si capisce la convenienza anche economica di iniziative di welfare o di formazione volte a fidelizzare i lavoratori».

Il Business Game

Il gioco, accessibile all’indirizzo https://developmentgoals.thebusinessgame.it, è estremamente fedele alla realtà sia nel simulare le conseguenze delle scelte compiute dai giocatori, sia nel modello d’impresa considerato: i giocatori sono infatti chiamati a dirigere una media impresa metalmeccanica che lavora come terzista, dunque un profilo di azienda estremamente diffuso nel Vicentino e nel Nord Est in generale.

Il gioco offre ai partecipanti la possibilità di compiere una serie di decisioni strategiche in tutte le principali aree aziendali, dalla produzione agli acquisti, dal marketing alla gestione del personale. Ogni turno di gioco dura pochi minuti, ma il sistema è in grado di rappresentare ai giocatori le conseguenze a 6 mesi di ogni decisione, così da offrire una visione nel medio e lungo termine dell’evoluzione della “propria azienda”. Proprio come nella realtà, ogni decisione presa influenzerà gli scenari futuri e di conseguenza il tipo di scelte che il giocatore sarà chiamato a compiere successivamente.
«Come Associazione delle piccole imprese, dobbiamo mettere loro a disposizione quegli strumenti di cui faticano a dotarsi in autonomia - conclude Mariano Rigotto -. Il business game ne è un esempio, ma con la stessa filosofia voglio ricordate anche il percorso di formazione organizzato dal Centro Api Servizi SB sulla sostenibilità, con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza, finalizzato a trasferire alle PMI gli strumenti e le competenze per essere poi in grado di affrontare la transizione “green”, che già oggi è un elemento di selezione sul mercato e lo sarà sempre di più in futuro».

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