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Un "atto di forza" contro il contribuente

Il presidente di Apindustria Vicenza, Sergio Dalla Verde, denuncia l’introduzione di misure coercitive ai danni del contribuente nel Decreto Legge N.106 e invita i politici a modificare,  con senso di responsabilità, il testo di legge prima dell’approvazione.

“Non possiamo che essere sconcertati e fortemente preoccupati. E non tanto perché il Decreto Legge N. 106, approvato di recente, contiene il rinvio dei tagli all’IRAP, nei confronti dei quali nutrivamo comunque poche speranze, ma perché, subdolamente, contiene l’introduzione di misure di natura coercitiva, in aperta violazione dello Statuto del contribuente e del principio costituzionale di capacità contributiva, che mirano a garantire il gettito relativo ai versamenti del saldo 2004 e dell’acconto 2005 di prossima scadenza”.
Così Sergio Dalla Verde, presidente di Apindustria Vicenza, introduce una nota tecnica dell’Area Fiscale di Apindustria Vicenza, stilata a commento del Decreto Legge n.°106, di recente approvazione. La nota evidenzia non solo “l’assenza dei tanto annunciati tagli all’IRAP, ma anche l’inserimento di alcune norme che prevedono il “blocco” dell’istituto del ravvedimento operoso (ovvero la possibilità di sanare oltre la scadenza ed entro determinati termini le violazioni relative a mancati versamenti, usufruendo della riduzione delle sanzioni previste), nonché del divieto di utilizzare il “metodo previsionale” ai fini del calcolo degli acconti Irap per il 2005 (ovvero la possibilità di versare acconti minori in funzione di una prevista riduzione del reddito imponibile)”.
“Tali misure - prosegue la nota - hanno il chiaro obiettivo di scongiurare eventuali mancati versamenti dell’Irap. A tale scopo, il decreto ha ulteriormente introdotto una modifica allo Statuto del contribuente, in aperta violazione con le norme che regolano il medesimo, prevedendo che “non determina obiettiva condizione di incertezza la pendenza di un giudizio in ordine alla legittimità di una norma tributaria”.
“Riteniamo si tratti – afferma il presidente Dalla Verde – dell’ennesimo “atto di forza” da parte del Fisco, che sicuramente contribuirà a minare la già diffusa sfiducia dei contribuenti nei confronti delle istituzioni e dell’Esecutivo”.
“L’istituto del ravvedimento operoso - prosegue il presidente dell’Associazione di categoria vicentina - rappresenta uno dei rari istituti che hanno portato ad un tangibile miglioramento nei rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria, facendo evitare inutili e costosi contenziosi. Tale istituto permette al contribuente di rimediare alle proprie violazioni pagando sanzioni in misura ridotta, premiando così la buona fede dei molti contribuenti che le tasse le vogliono pagare ma che, vuoi per errore, vuoi per contingenti difficoltà finanziarie, non adempiono nei termini”.
“Ancor più grave appare il divieto di utilizzo del “metodo previsionale” nel calcolo degli acconti: le imprese maggiormente colpite dalla crisi, con fatturati e redditi in calo, si trovano in questo modo a versare gli anticipi di imposta su valori storici, riferiti all’esercizio precedente e, quindi, di fatto, su redditi inesistenti, in totale contrasto con il principio di capacità contributiva sancito dall’art. 53 della Costituzione”.
“Siamo alle solite: per paura della disobbedienza di pochi (peraltro perseguibile con gli ordinari strumenti giuridici) si finisce con il danneggiare la buona fede dei molti, con gravi danni alla fiducia nel sistema. Auspichiamo che i rappresentanti politici più avveduti dimostrino il senso di responsabilità che la grave situazione impone: c’è ancora la possibilità di correggere, prima della conversione in legge, questa disposizione,  che altrimenti recherà ulteriore danno a tutto il  sistema della piccola e media industria italiana” .

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