entry
Skip to main content

Presentazione del Rapporto ICE - ISTAT 2024/2025

È stato presentato a Roma il nuovo Rapporto ICE - ISTAT 2024/2025, che offre un quadro aggiornato sull’andamento del commercio estero italiano e sulle prospettive di internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale. L’incontro ha rappresentato un momento istituzionale di particolare rilevanza, riunendo rappresentanti del governo, del mondo produttivo e delle principali agenzie di supporto all’export.

All’evento hanno preso parte il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, appena rientrato da una missione diplomatica negli Stati Uniti, dove ha affrontato il delicato tema dei dazi doganali imposti all’export europeo. Tajani ha confermato l’avvio di un processo di mediazione a livello comunitario, volto a tutelare le imprese italiane dalle misure protezionistiche che rischiano di colpire in particolare i settori più esposti, come il manifatturiero e l’agroalimentare.

Il dibattito ha messo in luce l’urgenza di rafforzare la proiezione internazionale delle imprese italiane, in particolare nei mercati emergenti, considerati strategici per il futuro dell’economia nazionale. Il Ministro Urso ha sottolineato come l’internazionalizzazione non possa restare appannaggio delle sole grandi aziende, ma debba diventare una leva accessibile anche alle micro, piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del tessuto produttivo del Paese. Per questo è fondamentale offrire strumenti adeguati in grado di accompagnarle nella transizione verso nuovi mercati, sostenendo il rafforzamento delle filiere e promuovendo partenariati pubblico-privati.

Sul ruolo centrale delle filiere produttive si è soffermata anche Regina Corradini d’Arienzo, Amministratrice Delegata di Simest, evidenziando come progetti mirati, come “Filiere d’Impatto”, possano rappresentare un valido strumento per colmare il divario tra imprese strutturate e realtà più piccole, favorendo l’inclusione delle PMI nei percorsi di internazionalizzazione.

A portare il punto di vista dell’Agenzia ICE è stato il Presidente Matteo Zoppas, che ha ribadito il ruolo strategico dell’ICE nell’accompagnare le imprese italiane nei mercati esteri. Zoppas ha ricordato che, nonostante una lieve contrazione dell’export italiano nel 2024 (-0,4 %), le imprese supportate da ICE hanno registrato una crescita significativa dell’8,4 %, a conferma dell’efficacia degli strumenti istituzionali messi in campo. In un contesto internazionale complesso e competitivo, Zoppas ha sottolineato la necessità di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra pubblico e privato, investendo in innovazione, sostenibilità e formazione.

Un passaggio chiave del suo intervento ha riguardato l’obiettivo strategico di portare l’export italiano a quota 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura, rispetto ai circa 624 miliardi raggiunti nel 2024. Un traguardo ambizioso, ma raggiungibile – ha affermato – grazie a una forte azione di sistema tra ICE, MAECI, SACE, Simest e Cassa Depositi e Prestiti, e alla crescente competitività delle imprese italiane nei mercati globali.

È stato evidenziato come l’incertezza derivante dai dazi sui mercati emergenti rappresenti un elemento critico per le imprese italiane. Secondo il presidente ICE, l’oscillazione continua nei segnali tariffari ha indotto prudenza tra gli operatori, rallentando gli investimenti e aumentando il rischio per le catene di fornitura. Questo scenario rafforza l’importanza di strategie di diversificazione mirata verso economie ad alto potenziale, sostenute da strumenti istituzionali in grado di contrastare gli effetti protezionistici e valorizzare la competitività del Made in Italy.

Nel corso della presentazione è stato inoltre confermato l’impegno del governo italiano, attraverso il Piano Mattei, a rafforzare la presenza dell’Italia nel continente africano. Il progetto “Africa”, parte integrante della strategia del Piano, punta a creare filiere produttive locali resilienti, promuovere la formazione del capitale umano, favorire la cooperazione accademica e incentivare il trasferimento di competenze tecnologiche, con l’obiettivo di generare crescita sostenibile e benefici reciproci sia per le imprese italiane sia per i Paesi coinvolti.

L’incontro si è concluso con un messaggio condiviso da tutti i relatori: rendere l’internazionalizzazione un’opportunità reale e inclusiva è una sfida cruciale per la competitività del Paese. L’Italia può contare su un modello imprenditoriale solido, creativo e orientato alla qualità. Metterlo in condizione di affermarsi pienamente sui mercati globali, fino a quota 700 miliardi, è una responsabilità comune che coinvolge istituzioni, imprese e stakeholder internazionali.

A margine della discussione, sono emerse anche alcune avvisaglie utili per orientare la strategia futura dell’export italiano. In particolare, è stato segnalato il rallentamento strutturale del mercato tedesco nel comparto automotive – uno dei settori trainanti dell’economia europea – che sta attraversando una fase di ridimensionamento produttivo. Questa dinamica potrebbe aprire nuove opportunità per l’Italia, che può avanzare su segmenti chiave della catena del valore grazie a competenze consolidate in ambito meccanico, componentistico e nella mobilità sostenibile.

Report

  • Creato il .
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Read more
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Matomo
Accept
Decline
Save