entry
Skip to main content

Risultati INDAGINE CONGIUNTURALE 2° SEMESTRE 2007

 

30 gennaio 2008



I risultati dell'indagine congiunturale relativa al II semestre 2007 e le previsioni per il 2008

FRENA LA CRESCITA DELLE PMI VICENTINE E AUMENTA L'INCERTEZZA SUL FUTURO

Il rallentamento della domanda interna e di alcuni mercati esteri strategici impedisce

una crescita apprezzabile e frena gli investimenti delle imprese


La crescita delle imprese continua a rallentare e l'avvio di una nuova fase espansiva del sistema produttivo appare ancora lontano: l'indicazione emerge dall'indagine congiuntura di Apindustria Vicenza relativa al II semestre 2007 e alle previsioni per i primi mesi del 2008. Certo, i principali indicatori economici evidenziano ancora un segno positivo, ma l'entità di tali incrementi non è particolarmente significativa, né uniforme. In particolare, se il settore metalmeccanico registra performance ancora positive, seppure meno eclatanti rispetto al passato, altri comparti presentano andamenti in diminuzione o stazionari, con l'unica eccezione del dato degli ordinativi dell'orafo, che finalmente ritorna ad essere positivo e lascia ben sperare per il futuro.

Tutta colpa della debolezza della domanda interna, ma anche delle difficoltà riscontrate in alcuni importanti mercati esteri, soprattutto in quelli esterni all'Unione Europea, anche per effetto dell'apprezzamento dell'euro sul dollaro. D'altra parte i dati sono in linea con quanto emerge a livello nazionale ed europeo: l'Italia, come altri paesi, sta attraversando un momento di rallentamento e - a detta di alcuni - a rischio recessione, anche a causa della debolezza dell'economia americana, della crisi del credito e degli scossoni sui mercati azionari,  

Questo clima di prudente attenzione non intacca fortunatamente l'occupazione, che rimane stabile. Fa, però, crescere in modo significativo il livello di incertezza sul futuro, frenando gli investimenti delle imprese.

Il Presidente Sergio Dalla Verde, nel commentare i risultati dell'indagine congiunturale, conferma l'attenzione con cui l'Associazione segue l'andamento del mondo produttivo: «E' inutile e sbagliato, nascondersi: le nostre imprese sono in difficoltà. Scontano l'andamento non brillante della domanda interna e altre situazioni congiunturali che si registrano in alcuni importanti mercati esteri, ma pagano anche l'assenza di strutture adeguate a sostenerne la crescita e un sistema-Paese che tarda a mettere in atto le riforme indispensabili per consentire loro di competere ad armi pari con la concorrenza internazionale. Un freno, questo, che penalizza in particolare le realtà più dinamiche, ovvero le PMI vicentine e più generale del Nord Est, con esiti prevedibili. E così, ad esempio, l'occupazione nel nostro territorio rimane stazionaria, quando le rilevazioni nazionali più recenti parlano di una crescita attorno al 4% attesa per il primo trimestre dell'anno. Un trend, questo, che è confermato anche da una recente indagine della Camera di Commercio che evidenzia per il Veneto un valore inferiore alla media nazionale in termini di crescita del valore aggiunto e per la provincia vicentina un dato addirittura al di sotto di quello regionale, di per sé già insoddisfacente.

Quella che era la locomotiva del Nord Est - continua Dalla Verde - fa sempre più fatica a correre: come Associazione di Categoria ci stiamo battendo da tempo per indicare e far comprendere i correttivi necessari e questi dati dimostrano che la nostra analisi critica delle condizioni in cui devono operare oggi le PMI corrisponde a reali elementi di difficoltà».


Produzione e fatturato

Il dato aggregato relativo alla produzione e al fatturato registrato dalle PMI vicentine nel secondo semestre 2007 evidenzia una crescita contenuta, pari a +2%, con un significativo rallentamento rispetto al semestre precedente, quando le corrispondenti variazioni erano superiori al +7%.

Ordini e mercati di riferimento

Tale rallentamento delle attività è riconducibile in prevalenza alla componente interna della domanda e a quella proveniente dai mercati esteri al di fuori dell'Unione Europea, non compensata dalla domanda proveniente dal mercato comunitario, che rimane prevalentemente stazionario (un 48,8% con andamento degli ordinativi stazionari, mentre la percentuale di imprese che segnala aumento supera di 10 punti quella che segnala diminuzione). Nel complesso scende al 37,2% (contro il 44,7% di sei mesi fa) la percentuale di imprese che segnalano aumenti degli ordinativi e un identico valore (contro il 46,8% di sei mesi fa) viene registrato per la percentuale di imprese che segnalano aumenti della produzione.

Occupazione

In questo contesto, non stupisce che l'occupazione rimanga stazionaria, confermando così il momento di relativa stagnazione del sistema produttivo provinciale.

Crescono solo le imprese più piccole

In questo contesto di difficoltà generale, un segnale che può considerarsi incoraggiante viene dall'analisi della tipologia di aziende che registrano una crescita: se infatti nel primo semestre 2007 le attività delle imprese e le vendite aumentavano al crescere della dimensione aziendale, nel secondo semestre 2007 la tendenza risulta opposta, nel senso che le variazioni maggiori degli ordinativi, della produzione e del fatturato vengono registrate nelle imprese più piccole e tendono a diminuire man mano che la dimensione aziendale aumenta. Dal punto di vista della produzione e del fatturato probabilmente questi andamenti altalenanti rappresentano degli aggiustamenti rispetto ai livelli raggiunti nel semestre precedente, ma questo dato rappresenta comunque un indicazioni confortante sulle potenzialità delle piccole imprese, che a fronte di eccellenze riconosciute dal mercato dimostrano di avere ancora margini apprezzabili di sviluppo. Per quanto riguarda l'occupazione si confermano, invece, le tendenze manifestate anche nello scorso semestre, che vedono una stretta relazione positiva fra andamenti occupazionali e dimensione aziendale: l'occupazione infatti è stazionaria, o in leggera diminuzione fra le imprese più piccole e cresce (del 3%) fra quelle di dimensioni maggiori.


Profitti, costi e prezzi

Accanto alla frenata della domanda interna e dei mercati extra-europei, un'altra criticità per le imprese è data dal livello di profittabilità, che soprattutto per quanto riguarda le imprese più piccole, a causa soprattutto di una crescente difficoltà di adeguare i prezzi di listino all'andamento dei costi.

Questi ultimi infatti sono in aumento nel 48,2% delle imprese (una percentuale per altro più bassa rispetto a quella rilevata nella precedente indagine congiunturale, che era pari al 55,8%), mentre i prezzi si adeguano nel 26,4% dei casi (contro il 29.2% della precedente rilevazione). Di conseguenza l'utile lordo è in crescita solo nel 17,1% delle imprese (contro il 18,2% di sei mesi fa e il 24% di anno fa), mentre nel 35% dei casi si registra una contrazione (contro il 25% di un anno fa) e nel 48% invece resta invariato. Prosegue, quindi, la tendenza al peggioramento della situazione finanziaria delle imprese, anche se i livelli restano distanti da quanto si poteva registrare negli scorsi anni: solo due anni fa la quota di imprese con utile lordo in contrazione era infatti di poco inferiore al 50% dei casi.


Investimenti

La frenata della domanda interna e di quella proveniente dai mercati extra-europei, insieme all'aumento dell'incertezza, influenzano anche l'andamento degli investimenti, che appaiono in leggera flessione. La quota di imprese che dichiarano di aver effettuato investimenti nel corso del primo semestre del 2007 è pari al 55,8% dei casi, contro il 60,8% registrato nella scorsa rilevazione semestrale e il 70,9% dei casi registrato un anno fa. Come per le precedenti rilevazioni, si registra una sensibile associazione diretta fra la dimensione di impresa e la propensione all'investimento, nel senso che al crescere della dimensione cresce anche la percentuale di imprese che dichiarano di avere effettuato investimenti: fra le imprese più piccole (fino 9 addetti) la percentuale di coloro che hanno effettuato investimenti è pari al 42,6% (era il 50% sei mesi fa), fra quelle intermedie questa percentuale sale al 64% (contro il 67% di sei mesi fa), per raggiungere il livello del 94% fra le imprese di maggiore dimensione (50 addetti e più; lo scorso semestre erano l'86% dei casi).

Per quanto riguarda la propensione ad effettuare investimenti nel prossimo semestre, le risposte fornite dalle imprese delineano un quadro del tutto stazionario, e non si evidenziano particolari segnali di ripresa.

In corrispondenza a questi andamenti, si registra un certo ridimensionamento nel ricorso al credito bancario, soprattutto a breve termine, da parte delle imprese. Le imprese con credito a breve in aumento sono il 20,7% del totale e in previsione saranno il 10,4% nei prossimi sei mesi (nella scorsa rilevazione i corrispondenti valori erano del 25% e del 20% dei casi). Per quanto riguarda il credito a medio/lungo termine, esso è in aumento da parte del 18,3% di imprese a consuntivo, mentre nella scorsa rilevazione la percentuale di imprese che ne prevedevano un aumento era leggermente più alta, pari al 16%.

I settori

A livello settoriale, il comparto metalmeccanico mantiene un andamento positivo, con una crescita pari a circa +5% degli ordinativi, produzione e fatturato: un andamento leggermente ridimensionato rispetto a sei mesi fa (la crescita degli stessi indicatori era superiore al 10%) ma comunque ancora nettamente positivo. Per il settore tessile-abbigliamento-calzature il dato di maggior rilevo è la diminuzione degli ordinativi, pari -9,4% (evidenziando così un trend più negativo rispetto alla precedente rilevazione, che aveva registrato una diminuzione nell'ordine del -6%), mentre la produzione, e anche l'occupazione, sono leggermente aumentate rispetto sei mesi fa e le vendite sono sostanzialmente stabili. Nel settore orafo,  i modesti segnali, sebbene positivi, che sono stati registrati quanto a ordinativi (+4%, mentre lo scorso semestre la corrispondente tendenza era in diminuzione di oltre il 4%) e fatturato, da un lato risentono della quotazione dell'oro, dall'altro fanno sperare che il settore abbia toccato il fondo e che quindi si possa sperare per il futuro, anche se prudenzialmente, a segnali di ripresa. Per la produzione invece si continuano a registrare andamenti negativi (-5,5%), molto prossimi a quelli registrati sei mesi fa; il fatturato e l'occupazione infine sono stazionari (sei mesi fa invece erano in leggera diminuzione).

Il comparto della chimica-gomma-plastica, invece, presenta andamenti abbastanza negativi per gli ordinativi, la produzione ed il fatturato con diminuzioni di oltre il 5%, ma l'occupazione fa segnare una leggera crescita (+1%). E' interessante sottolineare, a questo riguardo, che sei mesi fa il settore registrava andamenti del tutto opposti, con crescite assai ampie (+20%) di ordinativi, fatturato e produzione e stazionarietà per quanto riguarda l'occupazione, ma è possibile che l'andamento in diminuzione registrato nella presente rilevazione sia dovuto anche a fattori di stagionalità delle produzioni del settore. Il segmento residuale delle altre imprese manifatturiere registra performance positive, anche se con un'intensità inferiore rispetto a quelle del metalmeccanico (le variazioni percentuali sono infatti comprese fra il +0,4% ed il +2,5% a seconda degli indicatori considerati). Per quanto riguarda gli altri comparti si regista un quadro in leggera crescita: nell'edilizia gli ordinativi crescono del 3,5% ed il fatturato cresce del 2,4%, a fronte di un andamento del tutto stazionario di produzione ed occupazione; nei servizi crescono invece gli ordinativi (+1,9%) e la produzione (+2,7%) mentre il fatturato arretra leggermente (-2,2%) e l'occupazione si mantiene stazionaria.

Le previsioni per il I semestre 2008

Per quanto riguarda, infine, le previsioni per il primo semestre del 2008, il dato preoccupante è legato alla crescita dell'incertezza, specchio tra l'altro della più generale situazione nazionale e internazionale: infatti aumentano assai significativamente, rispetto agli andamenti rilevati nel primo semestre 2007, le percentuali di imprese che non sono in grado di effettuare previsioni. Per quanto riguarda i livelli degli ordinativi, della produzione e del fatturato la quota di "incerti" nella precedente rilevazione era infatti compresa fra il 6-7%, mentre adesso raggiunge fino al 20% degli intervistati; per quanto riguarda le previsioni occupazionali gli "incerti" nella rilevazione del primo semestre 2007 erano il 4,5% degli intervistati mentre adesso sono il 7,2%.

In corrispondenza, diminuiscono sensibilmente le percentuali di imprese che prevedono aumenti per il prossimo semestre: passano da livelli attorno al 32% rilevati nel primo semestre 2007 agli attuali livelli del 25,8% per quanto riguarda gli ordinativi; del 23,7% per la produzione; del 26% per quanto riguarda il fatturato.


Il campione.
L'indagine congiunturale di Apindustria Vicenza ha coinvolto 174 industrie vicentine, prevalentemente PMI fino a 50 dipendenti, scelte in modo da rappresentare tutti i principali settori produttivi del territorio in modo coerente con la composizione settoriale del sistema industriale provinciale. Complessivamente il campione occupa 3.400 addetti, con un giro d'affari di oltre 800 milioni di euro.

  • Creato il .
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Read more
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Matomo
Accept
Decline
Save