I vantaggi di fare rete nell'Associazione
Dal Giornale di Vicenza del 4 dicembre 2020
Si dice spesso che per effetto delle limitazioni dovute al Covid il mondo del digitale ha compiuto anni di progressi in meno di 12 mesi: una grande opportunità per le imprese del settore, dove però non mancano le problematiche da affrontare. Ne parliamo con Massimiliano Destefanis, presidente di Confimi Impresa Digitale:
«È vero: a seguito del Covid la sensibilità sul tema è cresciuta molto, a beneficio di un settore che era già molto più ricco e vario di quanto si potrebbe pensare. Basti pensare che in Italia ci sono 50 mila imprese IT, quasi il doppio delle stazioni di rifornimento che sono circa 26.000. Il mondo dell’IT riflette dunque molto bene il concetto di PMI in Italia, con una grandissima varietà e ricchezza in termini di tessuto imprenditoriale, ma anche un certo nanismo. E soprattutto nell’IT occorre fare attenzione, perché può essere rischioso rimanere troppi piccoli. Anche in questo, quindi, ritengo che l’Associazione possa avere un ruolo importante».
In che modo?
«In un settore così eterogeneo come l’IT, credo che l’Associazionismo sia particolarmente importante anche sul piano relazionale, per i rapporti personali che consente di costruire. Sotto l’ombrello dell’Associazione possiamo crescere tutti insieme, traendo spunti di riflessione dalle esperienze degli altri o anche avviando vere e proprie collaborazioni, soprattutto in un settore come il nostro, nel quale le competenze richieste sono estremamente specialistiche e allo stesso tempo molto varie. Questo senza dimenticare naturalmente il ruolo dell’Associazione come rappresentante degli interessi delle aziende e allo stesso tempo struttura di supporto con tutta una serie di servizi. Ma c’è anche dell’altro: tramite l’Associazione diventa molto più facile ed efficace divulgare un’autentica cultura digitale nel territorio».
Oggi si parla molto di “cultura digitale”, ma cosa significa?
«È un concetto ampio, che non riguarda solo il business. Certo, un aspetto fondamentale è far conoscere a tutte le imprese le potenzialità delle nuove tecnologie, ma anche i rischi: molti attacchi informatici hanno successo perché i lavoratori non conosco le minacce che possono celarsi dietro una semplice e-mail. Per questo motivo come Associazione stiamo organizzando dei corsi rivolti ai nostri associati sulla consapevolezza informatica, per traferire agli utenti alcune nozioni di base ma fondamentali. In due ore si può fare tanto! Ma oggi è altrettanto importante spiegare a tutti i cittadini le implicazioni che può avere l’utilizzo scorretto di certi strumenti, che sono potentissimi. Pensiamo ad esempio al fenomeno del cyber bullismo: dobbiamo far crescere la cultura digitale nei giovani, ma anche e soprattutto nelle famiglie».
Il momento è certamente ricco di opportunità per le aziende del settore.
«Sicuramente alcune tecnologie e servizi in particolare stanno registrando un incremento di interesse: penso ad esempio a chi realizza soluzioni per lo smart working, siti Internet in generale e sistemi per l’e-commerce, o ancora reti di connessione ad alta velocità. La gestione della privacy e della sicurezza rimangono però temi molto delicati. Inoltre l’emergenza Covid da una parte ha spinto alcuni ambiti, dall’altra ha costretto molte aziende a sospendere altri progetti di più ampio respiro sempre legati all’IT, come ad esempio il rifacimento dei sistemi informatici o il cambiamento delle piattaforme hardware».
Apindustria è da sempre attenta al mondo della scuola. Come si traduce questo impegno per le imprese del settore IT?
«Proprio per l’esplosione che sta avendo il mondo del digitale, e non solo quest’anno, c’è sicuramente una carenza di personale specializzato, soprattutto in alcuni ambiti. Anche in questo caso è determinante il ruolo dell’Associazione, per fare in modo che i giovani si formino sulle nuove piattaforme, quelle che occorre davvero conoscere, mentre oggi capita che chi studia informatica poi non sappia utilizzare gli strumenti richiesti dalle aziende».
Si dice spesso che per effetto delle limitazioni dovute al Covid il mondo del digitale ha compiuto anni di progressi in meno di 12 mesi: una grande opportunità per le imprese del settore, dove però non mancano le problematiche da affrontare. Ne parliamo con Massimiliano Destefanis, presidente di Confimi Impresa Digitale:
«È vero: a seguito del Covid la sensibilità sul tema è cresciuta molto, a beneficio di un settore che era già molto più ricco e vario di quanto si potrebbe pensare. Basti pensare che in Italia ci sono 50 mila imprese IT, quasi il doppio delle stazioni di rifornimento che sono circa 26.000. Il mondo dell’IT riflette dunque molto bene il concetto di PMI in Italia, con una grandissima varietà e ricchezza in termini di tessuto imprenditoriale, ma anche un certo nanismo. E soprattutto nell’IT occorre fare attenzione, perché può essere rischioso rimanere troppi piccoli. Anche in questo, quindi, ritengo che l’Associazione possa avere un ruolo importante».
In che modo?
«In un settore così eterogeneo come l’IT, credo che l’Associazionismo sia particolarmente importante anche sul piano relazionale, per i rapporti personali che consente di costruire. Sotto l’ombrello dell’Associazione possiamo crescere tutti insieme, traendo spunti di riflessione dalle esperienze degli altri o anche avviando vere e proprie collaborazioni, soprattutto in un settore come il nostro, nel quale le competenze richieste sono estremamente specialistiche e allo stesso tempo molto varie. Questo senza dimenticare naturalmente il ruolo dell’Associazione come rappresentante degli interessi delle aziende e allo stesso tempo struttura di supporto con tutta una serie di servizi. Ma c’è anche dell’altro: tramite l’Associazione diventa molto più facile ed efficace divulgare un’autentica cultura digitale nel territorio».
Oggi si parla molto di “cultura digitale”, ma cosa significa?
«È un concetto ampio, che non riguarda solo il business. Certo, un aspetto fondamentale è far conoscere a tutte le imprese le potenzialità delle nuove tecnologie, ma anche i rischi: molti attacchi informatici hanno successo perché i lavoratori non conosco le minacce che possono celarsi dietro una semplice e-mail. Per questo motivo come Associazione stiamo organizzando dei corsi rivolti ai nostri associati sulla consapevolezza informatica, per traferire agli utenti alcune nozioni di base ma fondamentali. In due ore si può fare tanto! Ma oggi è altrettanto importante spiegare a tutti i cittadini le implicazioni che può avere l’utilizzo scorretto di certi strumenti, che sono potentissimi. Pensiamo ad esempio al fenomeno del cyber bullismo: dobbiamo far crescere la cultura digitale nei giovani, ma anche e soprattutto nelle famiglie».
Il momento è certamente ricco di opportunità per le aziende del settore.
«Sicuramente alcune tecnologie e servizi in particolare stanno registrando un incremento di interesse: penso ad esempio a chi realizza soluzioni per lo smart working, siti Internet in generale e sistemi per l’e-commerce, o ancora reti di connessione ad alta velocità. La gestione della privacy e della sicurezza rimangono però temi molto delicati. Inoltre l’emergenza Covid da una parte ha spinto alcuni ambiti, dall’altra ha costretto molte aziende a sospendere altri progetti di più ampio respiro sempre legati all’IT, come ad esempio il rifacimento dei sistemi informatici o il cambiamento delle piattaforme hardware».
Apindustria è da sempre attenta al mondo della scuola. Come si traduce questo impegno per le imprese del settore IT?
«Proprio per l’esplosione che sta avendo il mondo del digitale, e non solo quest’anno, c’è sicuramente una carenza di personale specializzato, soprattutto in alcuni ambiti. Anche in questo caso è determinante il ruolo dell’Associazione, per fare in modo che i giovani si formino sulle nuove piattaforme, quelle che occorre davvero conoscere, mentre oggi capita che chi studia informatica poi non sappia utilizzare gli strumenti richiesti dalle aziende».
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