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08/07/2005 - Bocciato il decreto sugli acconti IRAP

“Si tratta di un atto di responsabilità nei confronti del sistema imprenditoriale italiano”, sottolinea il presidente di  Apindustria Vicenza, Sergio Dalla Verde.

“Esprimiamo il nostro apprezzamento per il gesto di responsabilità manifestato dai Senatori della Commissione Finanze che, nel corso della seduta di mercoledì 6 luglio, hanno votato a favore degli emendamenti che hanno portato alla soppressione delle norme anticostituzionali contenute nel  Decreto Legge N. 106”.
Così Sergio Dalla Verde, presidente di Apindustria Vicenza, commenta la bocciatura del recente Decreto emanato in occasione dei versamenti di saldi ed acconti d’imposta. Tale provvedimento, lo ricordiamo, avrebbe dovuto contenere i più volte annunciati tagli all’Irap. Conteneva, invece, misure forzose e coercitive, in aperta violazione dello Statuto del contribuente e di taluni principi della Costituzione italiana, volte a garantire il gettito dell’imposta in pendenza dell’imminente sentenza della corte di Giustizia europea sulla legittimità del tributo, come puntualmente evidenziato in una nota tecnica dell’Area Fiscale, diffusa da Apindustria Vicenza.
“Ringraziamo, in particolare, il senatore Paolo Franco – sottolinea il presidente Dalla Verde -  che si è fatto promotore dell’emendamento volto alla soppressione del divieto di utilizzo del cosiddetto “metodo previsionale”, nel calcolo degli acconti d’imposta, che costituiva la misura maggiormente penalizzante tra quelle introdotte dal provvedimento. Se applicata, tale disposizione avrebbe costretto le imprese colpite dalla crisi, con fatturati e redditi in calo, a versare gli anticipi di imposta su valori riferiti all’esercizio precedente e, quindi, su redditi di fatto inesistenti, in totale contrasto con il principio di capacità contributiva sancito dall’art. 53 della Costituzione”.
“A questo punto – conclude il presidente Dalla Verde – auspichiamo una conversione in legge senza sorprese del decreto, così come modificato dalla Commissione finanze del Senato”.

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