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14/07/2005 - Crack finanziari, la giustizia rimborsa gli investitori italiani

In un convegno, organizzato da Apindustria Vicenza, è stata illustrata ai risparmiatori veneti la Class Action e le modalità per recuperare il denaro investito.

Ci sono circa oltre sei miliardi di dollari a disposizione di quanti hanno subito perdite a causa del crack Worldcom. Questa la notizia della giornata, ribadita in concomitanza con la condanna a 25 anni di carcere di Bernard Ebbers, presidente della medesima società americana, l’uomo che portò al crack il colosso delle telecomunicazioni.
L’altra informazione, altrettanto importante per i comuni investitori europei ed italiani, è che il termine ultimo per presentare le domande di assegnazione dei rimborsi è il 26 agosto 2005.
Tutto ciò e molto altro è emerso dal convegno organizzato da Apindustria Vicenza con la collaborazione della Camera Internazionale Triveneta, associazione di avvocati internazionalisti attiva nel Nord Est, intitolato “La tutela internazionale degli investimenti finanziari”, nel corso del quale sono state illustrate le modalità per recuperare il denaro investito dai risparmiatori in titoli di enti e società insolventi quali Worldcom, Enron, Parmalat,  Bond Argentini ed altri casi.
“Apindustria Vicenza ha voluto dare, con questo convegno, il proprio contributo nel far conoscere alla cittadinanza l’esistenza di strumenti virtuosi come la Class Action  - ha sottolineato in apertura Tranquillo Loison, vicepresidente di Apindustria Vicenza - “in linea anche con l’attenzione che l’Associazione attribuisce a comportamenti etici e alle buone pratiche, non solo nel contesto aziendale, ma anche, come in questo caso, nei confronti del cittadino comune”.
L’avvocato Pietro Adami, nel suo intervento, ha ricordato che “anche per i danneggiati dal caso Enron dovrebbe essere messa a disposizione, a breve, più o meno la stessa somma di Worldcom, cioè sei miliardi di dollari. Per  Parmalat e per alcuni titoli della Repubblica Argentina sono state avviate lo scorso anno apposite Class Action (in larga parte promosse e condotte proprio da investitori europei) che si spera possano giungere al medesimo risultato e consentire quindi un recupero, almeno parziale, delle perdite”.
“Non si sta parlando di alcune decine di investitori ma di migliaia: per Parmalat sono oltre 150 mila in Italia, per i Bond argentini quasi 450 mila, di cui una percentuale significativa del Triveneto.  Stimiamo che siano svariate migliaia gli investitori del Veneto che potrebbero già accedere ai numerosi fondi già disponibili, o sperare nel buon esito di Class Action che li vedono coinvolti, anche se purtroppo non ne sono consapevoli. Per questo è quanto mai opportuno conoscere l’esistenza di simili opportunità di recupero ed utilizzarle al meglio”.
A questo scopo sono servite le relazioni dell’avvocato Gianandrea Chiavegatti, presidente della Camera Internazionale Triveneta e, direttamente da New York, degli avvocati Brian Murray ed Eric J. Belfi, dello studio Legale Murray Frank&Sailer, che hanno spiegato come l’azione di singoli investitori stranieri, per mezzo della Class Action americana, permetta la tutela dei diritti di tutti gli investitori non statunitensi. Ha chiuso i lavori l’intervento del prof. Franco Ferrari, docente di diritto internazionale all’Università di Verona e dell’avvocato Luca Zamagni, che ha esposto la situazione attuale della legislazione sulla Class Action in Italia.

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