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Payback, Confimi: l’autotutela è la soluzione. Seguire esempio di Umbria e Sicilia

Pulin: “Con provvedimenti urgenti, le Regioni possono prorogare termini di pagamento e correggere i calcoli errati per salvare aziende e servizio sanitario”

Roma, 30 settembre 2025 – A oltre venti giorni dalla scadenza del 9 settembre per il pagamento del payback dispositivi medici 2015-2018, l’applicazione di criteri di calcolo opachi sta mettendo in grave difficoltà le aziende fornitrici. Le recenti decisioni di Regione Sicilia e Regione Umbria dimostrano, tuttavia, che una via alternativa esiste. “L’autotutela consente alle amministrazioni di adottare provvedimenti di proroga e di ragionevole revisione dei criteri di calcolo”. Sulla base di questo principio Confimi Sanità lancia un appello a tutte le Regioni per salvare le imprese e il Servizio sanitario dalla crisi economica generata dal payback.

Le imprese si trovano in una morsa: da un lato, l’impossibilità oggettiva di reperire la liquidità a causa dei ritardi bancari; dall’altro, l’incertezza generata da calcoli che includono illegittimamente voci contestate e che non separano l’Iva.

“Spingere per un pagamento immediato e basato su calcoli inattendibili è un boomerang per il Servizio sanitario”, dichiara il presidente di Confimi Sanità, Massimo Pulin. “Il rischio concreto è l’interruzione delle forniture essenziali, un contenzioso costoso e la trasformazione del credito in un credito inesigibile. Le Regioni Sicilia e Umbria hanno compreso che il pragmatismo serve a tutelare davvero gli interessi della collettività”.

L’azione delle due Regioni lo dimostra. In Umbria, è stata approvata all’unanimità una mozione di Matteo Giambartolomei che impegna la Giunta dare mandato alla direzione Sanità, all'Avvocatura regionale e alla direzione Bilancio di effettuare ulteriori accertamenti con le aziende. In Sicilia, invece, la Regione, ha formalmente riconosciuto la facoltà di pagamenti ridotta al 25% che scatterà dopo 30 giorni dalla pubblicazione sul bollettino ufficiale (G.U.R.S.).

L’appello di Confimi Sanità alle amministrazioni regionali è chiaro: “Con un provvedimento urgente di proroga si possono avviare confronti tecnici utili a una revisione trasparente dei criteri”, conclude Pulin. “Garantire la sopravvivenza delle aziende significa assicurare la continuità delle cure e la stabilità finanziaria della sanità pubblica”.

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