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LA FINANZIARIA TRADISCE LE RICHIESTE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

 

Comunicato stampa, 25 ottobre 2007

 


Sergio Dalla Verde, Presidente Apindustria Vicenza

"LA FINANZIARIA TRADISCE LE RICHIESTE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, NECESSARIE ALLO SVILUPPO E AL RILANCIO DELL'ECONOMIA"

Il giudizio preoccupato e deluso di Apindustria sull'ultima manovra finanziaria ribadisce la necessità di una riforma fiscale e del lavoro realmente risolutiva


"E' stata mancata l'opportunità di favorire le imprese per cogliere e consolidare la debole ripresa economica in atto: invece di operare scelte strategiche di soppressione della burocrazia e di tagli alla spesa pubblica, così da investire nello sviluppo dell'economia, si è preferito beneficiare dei tesoretti derivanti dagli effetti dell'inasprimento fiscale operato negli anni precedenti". Questo il giudizio di Sergio Dalla Verde, presidente di Apindustria Vicenza, sulla manovra finanziaria varata dal Governo per il 2008. Un commento di disappunto, dopo il lungo e faticoso percorso degli ultimi mesi, in cui Apindustria Vicenza ha incontrato in più occasioni i diversi rappresentanti delle forze politiche, per presentare una lista di proposte concrete, tese proprio al miglioramento della condizione economica delle PMI.


"Abbiamo un rapporto deficit/PIL pari al 4,4%, che ci colloca al penultimo posto nei 27 Paesi europei, dietro solo all'Ungheria (-9,2%). Siamo al primo posto per il debito pubblico, con un 106,8%, e il rapporto spesa pubblica-PIL è salito al 50,1%. Questi sono i numeri dell'Italia di oggi - continua Dalla Verde - e la Finanziaria 2008 si inserisce in tale panorama senza realizzare i necessari ed ormai imprescindibili tagli ai costi della pubblica amministrazione, il cui peso sottrae sempre maggiori risorse allo sviluppo, puntando, invece, su una manovra ad effetto che, sebbene riduca le aliquote nominali di tassazione, incrementa la tassazione reale attraverso un allargamento della base imponibile".


"La manovra finanziaria in corso di approvazione non tiene conto delle richieste delle imprese, che riterrebbero più corretto un meccanismo di tassazione trasparente, nell'ambito del quale la base imponibile fiscale converga verso l'utile civilistico e le aliquote nominali siano rappresentative della reale pressione fiscale. Un meccanismo fiscale, cioè, che non penalizzi quelle stesse imprese che creano e mantengono posti di lavoro e investono nello sviluppo della propria attività. La questione IRAP, ad esempio, non è ancora stata risolta: eppure avevamo sottolineato in più occasioni, con dati alla mano, quanto incida negativamente e pesantemente sulla gestione delle imprese: essendo ancora indeducibile dal reddito, essa si traduce in poche parole in una tassa sulla quale le imprese pagano le tasse una seconda volta". D'altra parte, in linea con tali posizioni, anche Confapi, la Confederazione nazionale di Apindustria, ha inviato ai componenti della V Commissione Bilancio del Senato una serie di proposte di emendamento alla Finanziaria 2008, tra cui quelle per l'abolizione delle norme relative all'indeducibilità degli interessi passivi, delle norme restrittive sugli ammortamenti accelerati e di quelle restrittive sulla deducibilità dei canoni di leasing.


"Inoltre, le cose non vanno certo meglio sul fronte dell'attuazione del Protocollo firmato unilateralmente dal Governo e dalle organizzazioni sindacali il 23 luglio scorso, che non affronta efficacemente il nodo del rapporto tra mercato del lavoro e competitività d'impresa. Il Protocollo destina, infatti, risorse economiche ingenti all'abolizione dello scalone, ponendole in gran parte a carico delle generazioni future (e dei loro Governi), mancando però clamorosamente il vero obiettivo strategico, che è quello di un innalzamento serio dell'età pensionabile."



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Ufficio Stampa


Raffaella M. Sgueglia

APINDUSTRIA VICENZA - Relazioni esterne e comunicazione

Tel: 0444-232230 - Fax: 0444-960835 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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