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APINDUSTRIA VICENZA e CONFINDUSTRIA VICENZA CHIEDONO LA MODIFICA DELLA LEGGE FALLIMENTARE

Vicenza, 24 marzo 2010


COMUNICATO STAMPA


APINDUSTRIA VICENZA e CONFINDUSTRIA VICENZA  CHIEDONO LA MODIFICA DELLA LEGGE FALLIMENTARE.

L'obiettivo è garantire maggior forza e visibilità alle piccole e medie  imprese fornitrici, che diversamente rischiano di pagare il prezzo più salato delle crisi aziendali.

Nel 2009 i concordati in Veneto sono aumentati del +58% (Osservatorio Cerved). Un dato che fa della nostra regione la seconda, dopo la Lombardia, per numerosità di procedure straordinarie. A Vicenza le ultime rilevazioni che arrivano dal Tribunale raccontano di un’esplosione di questa procedura di crisi.

Apindustria Vicenza e Confindustria Vicenza ,  con il supporto tecnico dei rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Vicenza, hanno richiesto la modifica dell’attuale legge fallimentare. Obiettivo: dare più peso ai piccoli creditori rendendo obbligatoria la creazione di classi distinte. L’attuale norma prevedendo la mera facoltà di più classi di creditori, di fatto, penalizza le PMI, che spesso non hanno un peso sufficiente nel far valere le proprie ragioni a tutela dei propri crediti.  La legge non garantisce per loro un peso decisivo nel momento dell’approvazione del concordato, perché schiacciati, nella votazione finale, da creditori più forti come le banche.

L’attuale impostazione, infatti, se da un lato permette una gestione più flessibile  e “privatistica” della crisi dell'impresa, demandando alla  volontà dei creditori  la decisione sul piano proposto dall'impresa in difficoltà, dall'altro ha determinato di fatto nella pratica corrente una riduzione  a percentuali spesso irrisorie della quota dei crediti che si presume di soddisfare.

Per questo gli imprenditori vicentini hanno proposto, attraverso alcuni emendamenti, una modifica della legge fallimentare che garantisca  maggior forza e visibilità alle piccole e medie  imprese fornitrici, che diversamente rischiano di pagare il prezzo più salato delle crisi aziendali.

Gli emendamenti proposti dalle due associazioni di categoria vicentine, Apindustria e Confindustria, vanno in una doppia direzione. Da un lato si propone una modifica normativa che renda obbligatoria (e non facoltativa) la definizione delle classi di creditori, attraverso le modifiche degli articoli 160, 161 e 180 della Legge Fallimentare, finalizzate a rendere vincolante la individuazione di più classi di creditori contraddistinti da interessi economici sostanzialmente omogenei e più stringente la valutazione di congruità economica del piano. Al fine di vedere tutelati gli interessi delle imprese fornitrici.

Dall’altro versante, le associazioni chiedono che il legislatore colmi la distanza, in termini di incentivazione fiscale, tra il concordato e altri due istituti che consentono alle imprese di affrontare la crisi aziendali senza scivolare nel baratro del fallimento.

La proposta è di riformare gli articoli 88 – 4° comma e 101 – 5°comma TUIR, affinché venga riequilibrata la “disparità fiscale”  rispetto al concordato preventivo in materia di  sopravvenienze  attive  e di deducibilità relativamente agli istituti dell’ “accordo di  ristrutturazione dei debiti” e della “transazione fiscale”. Strumenti questi che hanno tutti i requisiti per assistere le imprese  in difficoltà nel gestire  positivamente lo stato di crisi. Ma che allo stato attuale risultano poco utilizzati proprio per una minor “convenienza” fiscale rispetto al concordato.

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