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Jobs Act: l’Agenzia Ispettiva Unica è la strada giusta

“La costituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro è senza dubbio la strada da seguire – sostiene Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Vicenza – se s’intende mettere mano a questo tema, come vuol fare il Governo con il Jobs Act; è vero che la legge delega consente anche un approccio molto più soft, ossia promuovere forme di coordinamento tra gli enti impositori (Direzioni territoriali del lavoro, INPS e INAIL), ma questo non basta, non risolve il problema di fondo della moltiplicazione degli accessi ispettivi”.

Secondo il leader delle PMI vicentine, il Jobs Act contiene una serie di previsioni decisamente positive, all’insegna della semplificazione e del miglioramento del rapporto tra le imprese e le amministrazioni preposte: tra queste, la riduzione degli adempimenti connessi alla costituzione e alla gestione dei rapporti di lavoro, la revisione del sistema delle sanzioni, per evitare di colpire le aziende quando la violazione è di natura meramente formale e con l’idea che sia prioritario valorizzare il ravvedimento e il rispetto sostanziale delle regole, la razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti sull’inserimento al lavoro dei disabili. Tutto questo va benissimo, se tradotto in misure concrete: ma mancherebbe ancora una parte necessaria del disegno, ossia un’autentica razionalizzazione delle funzioni di vigilanza, che ora sono distribuite tra gli uffici ispettivi di tre enti (in realtà almeno cinque, se contiamo le ASL e l’Agenzia delle Entrate) che non sono mai riusciti a coordinarsi in modo efficiente, per quanto gli auspici in questo senso si siano sprecati in questi anni.

Il problema, come si diceva, è la moltiplicazione a cascata delle ispezioni, con accessi che si susseguono nel tempo dopo che il primo ufficio ispettivo segnala, come suo dovere, eventuali infrazioni riscontrate agli altri enti: si moltiplicano i verbali di accertamento e con essi le iniziative che deve mettere in campo l’azienda per difendersi, ricorsi amministrativi e giudiziali.

Che l’Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro, per riunire strutturalmente l’attività di vigilanza, sia l’unica vera risposta al problema, è in realtà noto da tempo, tanto che nei giorni scorsi è emerso che il Governo aveva già elaborato uno schema di decreto legislativo in questo senso, abbandonando la più timida idea del semplice coordinamento.

È successo però che c’è stata una levata di scudi, specie da parte delle Confederazioni Sindacali, perché la ristrutturazione della funzione ispettiva porterebbe con sé una riduzione del personale dedicato e quindi la possibilità che emergano esuberi.

Ebbene – prosegue Lorenzin – lungi da noi l’idea che le obiezioni sollevate non siano degne di considerazione, ma questo non deve far deflettere dall’obiettivo di arrivare all’Agenzia unica, ossia ad un assetto che consentirebbe un salto di civiltà su questa materia e forse anche un deciso miglioramento della professionalità del personale ispettivo.

Per inciso, va infine ricordato che la costituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro sembra presentare molte meno problematiche dell’altra agenzia unica prevista dal Jobs Act, quella che dovrebbe occuparsi delle politiche attive del lavoro: la prima infatti presuppone competenze che in termini costituzionali sono tutte in capo allo Stato, mentre la seconda deborda sulle competenze delle Regioni, che di queste attribuzioni sono molto gelose.  


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