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L’Associazione che è sempre accanto alle PMI

Apindustria Confimi Vicenza - Il presidente Mariano Rigotto

«Dobbiamo superare l’idea dell’imprenditore che fa tutto da solo, ma questa è una questione culturale»

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Secondo una recentissima indagine congiunturale condotta da Apindustria Confimi Vicenza su campione rappresentativo delle PMI beriche, il secondo semestre 2024 ha visto un calo medio del fatturato del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con punte del -40% per alcune realtà aziendali, e la produzione è calata mediamente del 5,75% anche qui con punte di riduzione molto più forti. Sono solo i primi dati – l’indagine completa è ancora in fase di elaborazione – ma confermano ciò che emerge dalle testimonianze dirette di tantissimi imprenditori: «Il nuovo anno - commenta Mariano Rigotto, presidente di Apindustria Confimi Vicenza - è iniziato in continuità con le difficoltà di fine 2024 e dunque con un grosso punto interrogativo. Prevediamo che almeno per i prossimi sei mesi la situazione sarà ancora estremamente complicata e questo per la convergenza di più questioni: la situazione geopolitica, ma soprattutto nei mercati europei pesa l’impoverimento del potere d’acquisto delle famiglie a seguito dell’inflazione registrata negli ultimi due anni a mezzo. Ci sono poi questioni specifiche che riguardano alcuni settori, in primis quello dell’automotive che soffre per le scelte per niente oculate dell’Unione Europea».

In questo contesto, comunque, alcuni indicatori confermano la proverbiale capacità di resilienza delle PMI vicentine.

«Sempre dalla nostra indagine emerge che nonostante tutto ci sono ancora alcune aziende che hanno dichiarato aumenti anche del 20-25% nella produzione e fatturato. Inoltre l’occupazione è rimasta mediamente stabile, con un piccolo numero di aziende che dichiara delle riduzioni di organico compensato però da altre imprese che hanno invece fatto nuove assunzioni. Del resto anche chi non ha molto lavoro fa il possibile per tenersi stretti i collaboratori, ben sapendo quanto sarebbe difficile sostituirli, tanto è vero che comunque c’è un buon 20% di aziende che sta ancora dichiarando difficoltà di trovare figure specializzate. Del resto questo tema è destinato a diventare sempre più caldo con il passare degli anni, per effetto della “glaciazione demografica”: basti pensare che già nel 2030 in Veneto perderemo 125.000 persone in età da lavoro».

Un tema che l’Associazione sta affrontando da tempo.

«Lo scorso anno abbiamo condotto con successo la sperimentazione per l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo: sui 20 partecipanti complessivi ai due corsi di formazione organizzati in collaborazione con Diakonia e con il sostegno di Camera di Commercio e Banca delle Terre Venete, il 70% al termine dello stage ha trovato un posto fisso e questo ci dimostra che c’è la possibilità di utilizzare anche quel bacino di persone. Inoltre, il nostro Gruppo Donne sta continuando, con “Girls&Science”, la propria azione rivolta alla promozione delle materie STEM tra le studentesse delle scuole medie superiori, affinché un maggior numero di ragazze si approcci a percorsi di studio e professionali in ambito tecnico e scientifico. In generale la presenza delle donne nel mercato del lavoro sta aumentando, ma c’è ancora margine di crescita: per riuscire in questo obiettivo, però, occorrono anche strutture e servizi adeguati, come ad esempio asili nido con orari più vicini a quelli delle aziende».

Un altro tema strategico per l’Associazione sono le sinergie tra gli imprenditori.

«È una questione centrale perché così le piccole e medie imprese possono recuperare competitività. Oggi anche le piccole imprese investono centinaia di migliaia di euro in apparecchiature ad alta tecnologia che però sfruttano solo in parte: perché non condividerne l’utilizzo, e dunque i costi, con altre aziende, facendole lavorare al 100%? Questo ci consentirebbe di fare un deciso balzo in avanti in termini di produttività, dove invece negli ultimi vent’anni siamo rimasti fermi, perdendo competitività rispetto a molti competitors internazionale. Inoltre sarebbe più facile affrontare le transizioni tecnologiche e di prodotto che ci attendono, fermo restando che questo non dovrebbe essere un processo importo dall’Unione Europea. Per riuscire in tutto questo però dobbiamo superare l’idea dell’imprenditore che fa tutto da solo, ma questa è una questione culturale sulla quale dobbiamo lavorare anche in termini di educazione, fin dalle scuole».

A proposito di competitività, la Cina è sempre più una minaccia concreta.

«Il fenomeno è evidente nell’automotive, perché sempre più spesso si incrociano sulle strade auto cinesi, ma in realtà il tema è molto più vasto: la concorrenza cinese si fa sentire in moltissimi settori, anche ad alta tecnologia, e proprio come nelle auto ormai sono in grado di offrire prodotti di qualità con prezzi insostenibili per le nostre imprese. Qui però va fatto un ragionamento importante anche da parte delle Istituzioni: non è corretto trovarci a competere con paesi in cui le condizioni di lavoro sono ben diverse da quelle occidentali».

Nel frattempo è stata approvata la Legge Finanziaria: qual è il vostro giudizio?

«Come nella precedente, è stato fatto quel che si poteva a fronte delle ristrettezze di risorse. Certo ci aspettavamo maggiori sostegni per gli investimenti nell’Industria 5.0, ma sono in corso correzioni tramite le quali auspichiamo che si superi anche il nodo legato alla burocrazia, che è stato un ostacolo fortissimo fino a oggi per molte PMI».

Quali sono i programmi dell’Associazione per il 2025?

«Continueremo a impegnarci in primis sul fronte della formazione e lavoro, a tutti i livelli. Per il mondo della scuola già in primavera organizzeremo una nuova edizione di Aziende Aperte, rivolta agli studenti di terza media e ai loro genitori, per far conoscere la realtà degli ambienti produttivi di oggi e superare certi luoghi comuni. Inoltre celebreremo i 40 anni del Premio Meccatronica, che è il più longevo tra i concorsi rivolti agli istituti tecnici della provincia, e continueremo a lavorare per l’integrazione lavorativa dei richiedenti asilo, in collaborazione con la Camera di Commercio. E stiamo studiando anche un percorso di formazione ad hoc per gli imprenditori proprio per favorire nuove sinergie tra loro».

 

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