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Tagliafierro (Confimi Sanità): “Disabili ulteriormente penalizzati. Solo il 5% con supporti di ultima generazione”

Eppure – spiega Pedro Tagliafierro, vicepresidente di Confimi Sanità, nel voler denunciare ancora una volta il disallineamento che esiste tra quanto offre la sanità pubblica e quello che invece sono le opportunità nel segmento “out of pocket” - queste barriere riguardano oggi più del 90% dei disabili italiani".
Proprio così. Oggi in Italia si contano circa 2 milioni e 800 mila persone con disabilità che, visti gli alti costi degli ausili necessari per avere un'adeguata qualità di vita e per poter tornare ad inserirsi nella società come membri attivi, si affidano per la quasi totalità al Servizio Sanitario Nazionale che però in tema di protesi e ausili sembra essere rimasto fermo agli anni 90.
"C'è solo una piccolissima percentuale di utenti, diciamo circa il 5% che può permettersi di acquistare in formula privata gli strumenti adatti a svolgere una vita più agevole" sottolinea Tagliafierro.
"Se infatti lo Stato ha provato qualche anno fa ad aggiornare i LEA ovvero i Livelli Essenziali di Assistenza, sembra essersi del tutto dimenticato di fare altrettanto con il nomenclatore tariffario, lasciando così i cittadini pazienti e le aziende produttrici (nonché fautrici del progresso in questo campo) nel limbo".
"Una impasse che nuoce a tutti" spiega ancora Tagliafierro "oggi come mai prima la tecnologia è in grado di offrire soluzioni estremamente all'avanguardia che sono in grado di restituire un’autonomia agli assistiti che solo pochi anni fa era impensabile. Basti pensare ai benefici che possono dare delle protesi bioniche a un amputato o dei tutori ad esoscheletro a un paraplegico. Esistono decine di migliaia di pazienti le cui vite trarrebbero inimmaginabili benefici sotto tutti gli aspetti, personale, lavorativo, sociale grazie agli ausili di ultima generazione ma che ahimè dovranno ricorrere a finanziamenti o veri e proprio mutui a proprie spese per ottenere un ausilio di questo tipo facendosi carico di una spesa che oscilla tra i 10 mila e i 50 mila euro. Impensabile per molti, per alcuni un vero e proprio investimento, per tutti gli altri invece – spiega il vicepresidente di Confimi Sanità -  è prevista una strumentistica ormai superata, paradossalmente appartenente a un altro millennio".
“Sono stati sotto gli occhi di tutti i grandiosi successi ottenuti dai nostri atleti alle paraolimpiadi” vuole sottolineare Tagliafierro “è bene ricordare che parte di quei risultati, oltre chiaramente al duro lavoro e allo spirito di sacrificio, sono stati possibili grazie a protesi e ausili di ultima generazione”. “Il nostro timore – chiosa il vicepresidente di Confimi Sanità – è che questa già forte disparità, possa sconfinare in un “classismo sociale” tra i disabili. Non c'è più tempo, si deve intervenire”.

UFFICIO STAMPA CONFIMI INDUSTRIA
Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata

Comunicati Stampa, Categoria Sanità

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