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Spreco alimentare: una proposta per combatterlo

In Italia si registrano ogni anno eccedenze alimentari pari a 6 milioni di tonnellate per un valore economico di 13 miliardi di euro. Oltre il 90% di questa eccedenza è dovuto allo spreco alimentare.  E' tempo di guardare con serietà al rifiuto alimentare che interessa tutta la filiera così che si possa davvero parlare di sovranità alimentare

a cura di Alessandro Tatone, Presidente Confimi Alimentare 

Innovazione e tutela delle radici sono alla base di ogni impresa italiana dell'agroindustria. Ma le sfide globali oggi sono altre e per tutti noi imprenditori del “food” è tempo di alzare l’asticella e guardare con serietà ai temi del rifiuto alimentare che interessa tutta la filiera così che si possa davvero parlare di sovranità alimentare.

Il richiamo al nuovo nome del Ministero dedicato all’agricoltura non è affatto un caso.

Del resto nel nostro paese si registrano ogni anno eccedenze alimentari pari a 6 milioni di tonnellate per un valore economico di 13 miliardi di euro. E, oltre il 90% di questa eccedenza, è dovuto allo spreco alimentare. Frutta, insalata, latticini e pane sono gli alimenti che in maggior quantità finiscono nel pattume.

Vero è che la maggior parte dello spreco si registra a causa di dimenticanze del consumatore, tra frigoriferi e dispense, ma l’industria alimentare ha un ruolo importante nel processo di trasformazione e di educazione.
Se l'Obiettivo 12 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite indica infatti di dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori, comprese le perdite del post-raccolto, l’obiettivo riguarda anche la riduzione delle perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura.

Gli stili di vita sono cambiati: le famiglie sono meno numerose e i pasti fuori casa sempre più frequenti, è tempo di ripensare ad esempio le porzioni degli alimenti. È forse un caso che la maglia nera del rifiuto alimentare vada alle Regioni del Sud? O ai singoli? Quest’ultimi responsabili del 12% delle perdite alimentari.

Parliamo sempre di confezioni e imballaggi ridotti al minimo ma si investa piuttosto nella loro qualità per garantire una migliore conservazione dei cibi.

Per Confimi Industria Alimentare le accortezze che le aziende possono introdurre per ridurre lo spreco alimentare iniziano proprio dentro gli stabilimenti: esistono sprechi dovuti a difformità di tipo estetico o di prodotti difettati, a etichette di non chiara interpretazione, al mancato recupero dei prodotti prossimi alla scadenza, da superare inoltre gli sprechi dovuti a interruzione di processo o cambi di prodotto.

Su questi punti invitiamo a discutere il Ministro Lollobrigida: la strada per la sovranità alimentare non passa solo per le catene di approvvigionamento quanto piuttosto sugli investimenti in R&S. La proposta? Si definiscano protocolli comuni e certificati di qualità per chi contribuisce alla lotta allo spreco.


12 maggio 2023 
Fonte:  Spreco alimentare: una proposta per combatterlo - HuffPost Italia (huffingtonpost.it)  


Categoria Alimentare

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